“Una famiglia dai bocconi amari”, al Teatro Vascello di Roma

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di Andrea Mauri

Lo spettacolo Bocconi amari – Semifreddo, visto al Teatro Vascello di Roma, è spiazzante. Spiazzante perché nel breve tempo di due parti molto accelerate, circa un’ora di spettacolo, i temi trattati sono tantissimi. L’argomento trainante è quello di una famiglia distrutta dalla rabbia, dalle invidie, da genitori che hanno commesso errori irreparabili nel crescere i tre figli. Tensioni che non trovano alcuno sbocco per recuperare uno straccio di umanità.

Nella prima parte, Bocconi amari, la famiglia è riunita a tavola per il compleanno della madre (Orietta Notari). I dialoghi sono super serrati, le ripetizioni delle parole mandano in tilt anche la nostra capacità di comprendere, ci gettano addosso un’agitazione, come a sedere su quelle sedie che sono peggio dei carboni ardenti ci fossimo noi, catapultati sul palco dalle nostre confortevoli poltrone di platea. Il testo è scritto da Eleonora Danco, che interpreta anche il patriarca della famiglia. Un uomo burbero, che non ne lascia passare una alla moglie, la quale istericamente prova a prendersi cura del marito, ma non l’ha mai saputo fare e riceve solo insulti da lui. Non sa comportarsi nemmeno con i due figli maschi, Luca (Lorenzo Ciambrelli) e Pietro (Federico Majorana), pronti a scannarsi a vicenda e a mangiarsi vivi come pesci nell’acquario. E non sa accudire nemmeno la figlia Paola (Beatrice Bartoni), la più piccola, affetta da un ritardo mentale, abbandonata a sé stessa nel degrado fisico e morale. Il quadretto di famiglia non può che esplodere in occasione del compleanno; le tensioni, le rivalse di chi lavora troppo per mantenere la famiglia contro chi invece sniffa cocaina tutto il giorno per l’incapacità di affrontare la realtà. È un crescendo di ritmo: i protagonisti si incalzano, si alzano e si siedono, si attaccano, si menano, procedono per comportamenti autolesionistici in totale frustrazione, poi il buio in scena a cancellare apparentemente la distorsione familiare.

Apparentemente appunto, perché la seconda parte dello spettacolo, Semifreddo, non fa sconti a nessuno. Sono trascorsi vent’anni, la famiglia si ritrova a festeggiare questa volta il compleanno del padre, ricordando la madre morta. Incarogniti dagli anni e da una crisi economica che li ha colpiti duramente, l’egoismo del padre è alle stelle. Si scontra con i figli per poi schierarsi ora con l’uno, ora con l’altro, e la figlia, ancora più abbrutita da un’esistenza rinchiusa tra le mura domestiche, si muove su un carrello, distesa e avvolta da un bozzolo nero, trasformata in bacarozzo, in una bestia comandata dal padre, la quale ha perso ormai ogni dignità. È l’occasione delle confessioni e i riflettori si accendono su ciascun personaggio a raccontare terribili verità e desideri nascosti, desideri sessuali e di morte sui genitori, desideri di rivalsa uccisi ancor prima di essere espressi. I flash, come in un film, rendono i protagonisti giovani e vecchi, a tratti tornano bambini e adolescenti. Cadono in uno stato di trance allucinatorio, non si accorgono di esprimere le immagini più profonde del loro subconscio. Una regia fisica. Una danza, un movimento continuo, visionario e commovente.

“Mi interessava il degrado fisico”, dice Eleonora Danco in un’intervista. “Un peggioramento più che una vecchiaia, uno sbriciolamento. Nella seconda parte Semifreddo, tutti cadono in una specie di trance, in un inconscio vortice di cui si accorge solo il pubblico. Per scrivere questo testo mi sono ispirata al più grande drammaturgo e poeta di tutti i tempi: William Shakespeare. Il padre di questa pièce è una specie di Re Lear. Tante città, tanti palazzi sono pieni di questo Re Lear, anziani abbandonati e testardi”.

Uno spettacolo per stomaci forti, che continua a lavorare dentro la nostra coscienza.

 

BOCCONI AMARI – SEMIFREDDO
scritto, diretto e interpretato da Eleonora Danco
con Eleonora Danco, Orietta Notari, Federico Majorana,
Beatrice Bartoni, Lorenzo Ciambrelli
costumi Massimo Cantini Parrini
assistente Costumi Jessica Zambelli
scenografia di Francesca Pupilli e Mario Antonini
luci Eleonora Danco
musiche scelte da Marco Tecce
aiuto regia Manuel Valeri e Maria Chiara Orti
regia Eleonora Danco
produzione La Fabbrica dell’Attore/Teatro Vascello – Teatro Metastasio di Prato

 

 

(17 febbraio 2025)

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