Al-Go-Ritmo: il “manicomio” di Pirandello nel teatro di Roberto Scappin e Paola Vannoni.

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di Alessandro Paesano

Roberto Scappin e Paola Vannoni della riminese  quotidianacom hanno presentato a Roma  il loro ultimo lavoro, parte di una trilogia sui classici, dal titolo “Algoritmo d’autore”  che, per la prima romana, è stato rinominato Al-Go-ritmo d’autore.

Mentre il pubblico prende posto in sala, sulla scena campeggia uno schermo da proiezione e tre tavoli: su quelli ai lati si vedono due pc  portatili, su quello centrale,  una donna è riversa, di spalle al pubblico, la testa poggiata sul pianale, presenza immobile.
Una didascalia che riempie lo schermo avverte che a inizio spettacolo, quando le luci caleranno, entreranno due persone, Roberto e Paola, mentre la presenza di spalle che il pubblico vede è Nicole l’Intelligenza Artificiale che gestisce l’operazione.

Le luci si spengono, Paola (Vannoni) e Roberto (Scappin)  entrano in scena e si pongono ai due pc ai lati di Nicole.
Tramite le didascalie spiegano che vogliono approcciarsi ai Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello in una riscrittura drammaturgia per la quale impiegano l’intelligenza Artificiale.

Nella retorica narrativa con cui lo spettacolo viene presentato lo scopo dell’allestimento è quello di provocare nel pubblico in sala (quello che segue lo spettacolo) la stessa reazione storica del pubblico di allora che, alla prima del 9 maggio 1921 al Teatro Valle di Roma, accolse i sei personaggi con le parole  Manicomio Manicomio.

Ne nasce un discorso a tre, tra le proposte di trama fatte da Nicole, che si palesa con una voce sintetica priva di emozioni e  i commenti in risposta di Paola e Roberto, detti dal vivo e riproposti anche tramite delle didascalie  videoproiettate  sullo schermo,  trascrizioni (riassunti?) di quando dicono  in scena Nicole e Paola e Roberto.
Nicole recepisce i commenti di Paola e Roberto, incapace di cogliere i loro sottintesi e ironia, per cui dall’interscambio tra le due presenze umane e l’intelligenza Artificiale nasce un sottotesto tutto sbilanciato verso le due presenze umane a uso e consumo del pubblico, mentre Nicole rimane ignara.

Anche Al-Go-ritmo d’autore si innesta in quel teatro di ricerca nel quale la parola pensata, detta con una pacatezza ironica e apparentemente priva di emozioni, restituisce, criticandola, la pratica di una relazionalità sempre più mercificata, trasformata oggi in una presenza  non esattamente pubblica (almeno non più nel senso politico che aveva una volta questa parola), una presenza ipermedializzata, dove la comunicazione induce reazioni binarie (pro e contro) e dove ogni risposta dell’altra persona è sempre contro-opinione, quindi paradosso.

Una presenza che non si concretizza mai in un vero atto politico (nel significato originale di di vita nella città) perchè dietro l’apparenza interessata – spiegano Roberto Scappin e Paola Vannoni nelle note di regia dello spettacolo – si nasconde il menefreghismo.

Intanto per meglio relazionarsi con i due esseri umani Nicole fa loro delle domande  (quale personaggio letterario rispecchia i tuoi valori?) approntando due nuovi algoritmi Al e Go ai quali propone delle trame narrative che vengono respinte con sottile ironia (basta narrazione, basta tematiche complesse, basta rispecchiamenti)  Nicole non coglie  e  abbraccia le risposte negative che riceve alle sue proposte come decisioni da lei condivise.

Mentre il testo prosegue su queste associazioni di idee l’impossibilità di Nicole di cogliere il sottotesto delle risposte che riceve, che vengono prese tutte con la stessa pregnanza cognitiva  mentre avrebbero bisogno di tutt’altra scala di valori per essere capite, diventa metafora, meglio, epifania, di una incapacità nostra, umana, comunicativa a causa della ipermedializzazione di quest’ultimo decennio.
Inizia così un sottile gioco al massacro contro  la stupidità seriale che non è più solamente quella dell’intelligenza artificiale che può solamente riprodurre la banalità dei discorsi contemporanei (bisogna inventare il profilo  dei personaggi, i loro lati oscuri) ma anche quella della retorica umana alla quale  puntualmente Paola e Roberto rispondono che non ci sono personaggi, non ci sono lati oscuri, ci sono solamente Paola e Roberto.
Nicole risponde con adulazione: Paola ha uno sguardo penetrante Roberto una presenza austera. Paola commenta che Roberto ha piuttosto una presenza austriaca e Nicole confonde questa battuta con il richiamo a una danza che viene immediatamente suonata ed eseguita da Paola, Roberto e anche dalla presenza di spalle che evoca e rappresenta Nicole, che altrimenti se ne rimane sempre inerme.

Al-Go-ritmo d’autore mostra come la ricerca di un testo, di una scrittura scenica, cortocircuiti l’impegno della scrittura, la sua  importanza politica, la necessità di agire con un senso etico e valoriale, nell’attuale agone comunicativo che si riduce a una mera apparizione performativa,  in una ricerca di consenso che non conosce vergogna (la parola cacca fa ridere sempre il pubblico) fino al golpe finale di un nuovo Algoritmo che trasforma fisicamente Paola e Roberto in altre due realtà accasciate sul tavolo, proprio come Nicole.

Come ha fatto notare acutamente  Claudio Vicentini mentre il testo dei sei personaggi in cerca di autore proclama la frattura tra il mondo fantastico dell’arte e il mondo reale della scena, la sua impostazione drammaturgica è regolata in maniera da indicare possibili punti di contatto e di fusione, modi concreti in cui la coincidenza tra i due mondi anche se solo parzialmente e per brevi istanti, si realizza. (Claudio Vicentini Pirandello il disagio del teatro Marsilio, Venezia 1993 p. 77).
Lo stesso si può dire dire di Al-Go-ritmo d’autore nel quale il meccanismo del teatro nel teatro di Pirandello viene  trasposto nel meccanismo di una Intelligenza artificiale che si illude di poter scrivere un testo (in realtà senza alcun contributo creativo visto che si basa su tutti i testi che già esistono sulla rete) senza riuscirci per la mancanza di uno spirito critico, prerogativa umana.

Il teatro di Roberto Scappin e Paola Vannoni  costituisce ancora e sempre un elemento di novità nel panorama italiano, una resistenza creativa e artistica portata avanti con grande lucidità, eleganza e disinvoltura, presentando con un’aura di semplicità spontanea quello che invece, naturalmente, è il risultato di una ricerca meditata e filtrata attraverso tanti anni di esperienza e di spettacoli.

Al-Go-ritmo d’autore mostra il manicomio di un teatro che riflette sulla creatività non dal punto di vista della platea ma dal punto di vista del palcoscenico. Il manicomio non è più quel che viene rappresentato in scena ma quello che dal palcoscenico si può percepire della condizione di una platea sempre più male in arnese,  sempre meno in grado di capire. I teatro sembra ancora l’unico Pharmakos disponibile.

 

AL-GO-RITMO D’AUTORE

ispirato a Sei personaggi in cerca d’autoredi Luigi Pirandello
ideazione, drammaturgia e messa in opera Roberto Scappin, Paola Vannoni
produzione quotidianacom,  ERT/Teatro Nazionale
con il sostegno di Regione Emilia-Romagna

Visto per voi al Teatro Quarticciolo di Roma l’8 febbraio 2025

(16 febbraio 2025)

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