Il caso Socrate: la filosofia è un’altra cosa

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di Alessandro Paesano

Il caso Socrate soffre della disparità tra le fonti su cui è scritto o ispirato (alunni dei dialoghi di Platone più un impianto citazionale che va da Aristofane a Woody Allen)  e il contenitore narrativo entro cui queste fonti sono impiegate.

Due infermieri trasferiti in un reparto psichiatrico per dei dissidi caratteriali con l’amministratore dell’ospedale incontrano un ex professore di filosofia lì ricovero perchè si crede Socrate che li confonde per Platone e Critone.

I due infermieri, di estrazione popolare romana, che fanno uso di tutto l’armamentario vernacolare, doppi sensi, allusioni sessuali, commenti superficiali, conoscono Anna, che Socrate identifica con Diotima, la quale  viene  tutti i giorni a trovare il professore di filosofia del quale era, prima della sua malattia, assistente universitaria,  perchè la sua frequentazione ti cambia, ti trasforma.

Su questo canovaccio lo spettacolo  affronta il tema dell’amore e dell’eros così come  è sviluppato nel Simposio platonico e sfiora anche il mito della caverna (dal libro VII de  La repubblica). Mito che, nello spettacolo, viene impiegato come esortazione a stare in guardia dalle illusioni di quel che viene proiettato nella caverna, , ignorando  le questioni gnoseologiche che quel mito cerca di affrontare  (la teoria della conoscenza di Platone). I temi presi dai dialoghi  e dai loro miti (così sono detti in Platone quei passaggi filosofici che fanno uso di un racconto metaforico senza risolvere formalmente le questioni teoriche) sono  accompagnati  con delle canzoni  composte all’uopo, piacevoli e ben eseguite (dal vivo, su  base registrata)

L’idea delle canzoni che accompagnano i discorsi che il professore di filosofia fa con i due infermieri  viene presto abbandonata a favore di una commedia che resta alla superficie degli argomenti filosofici senza approfondirli davvero mai.

A risentire ancora di più dell’utilizzo sui generis dei miti platonici in questo contesto narrativo è il mito sull’origine del desiderio amoroso tratta dal Convivio, quando Aristofane   per spiegare l’attrazione delle persone per un sesso o l’altro racconta di come una volta gli esseri umani fossero doppi, quattro braccia quattro gambe, due teste e due generi, uomo uomo,  donna donna o donna uomo, separati da Zeus per la loro troppa arroganza.
Ogni uomo e ogni donna di oggi così separati cerca di ricostituire la coppia che era per ripristinare quel doppio primigenio rivolgendosi a persone dello stesso o dell’altro sesso.  Di questa complessa e profonda spiegazione che già all’epoca legittimava ogni orientamento sessuale nella vulgata dello spettacolo rimane solamente la coppia eterosessuale (per spiegare l’attrazione che uno degli infermieri prova per l’ex assistente del professore, pensa te…) senza nemmeno menzionare le altre due possibilità (quella uomo uomo e donna donna).
Anzi nello spettacolo l’aspetto omoerotico rimane una mera battuta quando uno dei due infermieri allude a fare sesso con il professore come una eventualità per assurdo, un battuta, una notazione comica, cancellando con un colpo solo  tutta la cultura greca antica, o il motivo stesso per cui Socrate venne condannato a bere la cicuta (perchè l’accusa di corruzione dei giovani riguardava anche la sfera sessuale). Tutti temi che nello spettacolo vengono cancellati, omessi, censurati, ignorati.

Lo scopo del testo d’altronde è quello di provare a fornire una chiave  di lettura tramite la filosofia sui problemi d’amore eterosessuale di una gioventù provata dalle vicissitudini della vita (il licenziamento, la difficoltà a relazionarsi con l’altro sesso) tramite  un canovaccio semplice e semplificato  che possa fungere da schermo  per un pubblico vario, giovane e non, in cerca della verità (direbbe Platone).

I consigli di Socrate all’infermiere innamorato sono efficaci anche se non risolutivi: o coltivi l’amore e se non ricambiato lo trasformi in odio che ti fa da corazza,  oppure continui ad amare anche se non corrisposto per capire e conoscere te stesso, l’importante è stare nelle cose perchè quando conosci la verità non puoi più scappare puoi solo  affrontare le difficoltà, come succede ai personaggi dello spettacolo dopo che il professore muore.

Il caso Socrate propone una volgarizzazione dei temi filosofici fin troppo disinvolta che ha dalla sua la professionalità dell’esecuzione, tanto nella recitazione quanto nei brani musicali della prima parte, anche se, la Filosofia è proprio un’altra cosa.

IL CASO SOCRATE
DELL’AMORE, DELL’ANIMA E …ALTRE QUISQUILIE

Scritto e Diretto da Francesco Polizzi e Benedetta Nicoletti
Con Francesco Polizzi, Andrea Lami, Giulia Sanna, Giuseppe Coppola
Musiche Francesco Accascina
Scene e Costumi Alessia Di Spena, Alessia Santacroce, Daniele Di nottia, Matilde Vitolo

Visto per voi al teatro Arcobaleno di Roma il 7 febbraio 2025

(16 febbraio 2025)

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