“Monumentum the second sleep” di Cristina Kristal Rizzo altra gemma della rassegna Vertigine

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di Alessandro Paesano

Vertigine, la rassegna di danza contemporanea di Orbita/Spellbound Centro Nazionale di Produzione della Danza, curata dalla co-direttrice del Centro Valentina Marini, ha presentato un’altra coreografia molto interessante, a cominciare dal luogo in cui si è svolta, lo Spazio Rossellini, un centro polifunzionale annesso alla scuola di cinema Rossellini, restituito alla popolazione romana dalla regione Lazio nel 2019.

Un po’ fuorimano da raggiungere se non si dispone di un mezzo privato, nascosto nei meandri delle vie retrostanti la Terza Università di Roma su viale Gugliemo Marconi, lo spazio Rossellini presenta un amplissimo palco sul quale il pubblico prende posto con delle sedute mobili, che possono cambiare per esigenze sceniche.

La coreografia in programma lo scorso 4 aprile è Monumentum the second sleep / seconda parte della coreografa e danzatrice Cristina Kristal Rizzo, co-fondatrice dello storico collettivo Kinkaleri.

In questa seconda istallazione, che riprende un primo progetto andato in scena un paio di anni fa, tre danzatrici e un danzatore si conquistano lo spazio scenico, lasciato in una fitta penombra, sul quale tre strisce di luce a intensità variabile, mantenuta comunque sempre molto bassa, illuminano alternatamente o insieme tre porzioni dell’ampio palco.
Danzatore e danzatrici reagiscono alla musica (che varia da brani contemporanei a brani storici degli anni 80) iniziando il movimento coreutico già prima di entrare nel cono di luce e dunque diventare visibili al pubblico.

La grammatica coreutica passa attraverso la memoria di ogni singola e singolo interprete e anche nei passi a due o tre la danza si fa dialogo tra stili e stilemi diversi sempre aperti, in relazione, sensibili e in risposta. Questa memoria della danza non è esclusivamente quella del corpo di danza ma anche quella del pubblico. Alcuni brani musicali iconici evocano anche nel pubblico una grammatica coreutica immediatamente riconoscibile, alla quale le danzatrici e il danzatore rispondono con prontezza alla ricerca di un equilibrio tra le aspettative del pubblico  e l’esplorazione personale.
Su alcuni brani intervengono a tratti dei rumori, siano quelli della pioggia o quelli di bombardamenti, senza soluzione di continuità, senza avere ma la certezza di quando stiamo ascoltando l’una quando gli altri. Suoni,  rumori, cui il corpo di ballo non sembra accorgersi, o forse sì.

I diversi quadri di Monumentum the second sleep / seconda parte  offrono al pubblico una danza all’impronta, nella quale vale il qui e ora dell’emozione ispirata dalla musica, dallo spazio, dalla presenza umana,  dalla luce e dall’ombra e dove le codificazioni coreutiche dei corpi maschili e femminili, vengono declinate in variabili che vanno al di à di quelle classiche e dicotomiche del binarismo uomo-donna. Se il danzatore può danzare a petto nudo lo fa anche una danzatrice, cospargendosi tutt’e il corpo di un olio che esalta la fisicità del corpo umano nelle sue molteplici declinazioni anatomiche.

L’approccio di ogni danzatrice e del danzatore si declina su una duplice ricerca, quella legata allo stile di danza col quale rispondono alla musica, e, cosa altrettanto interessate, la maniera in cui decidono di interagire con la luce, cioè con la visibilità per il pubblico, entrando e uscendo dal cono di luce, ponendosi al centro o sul confine.
Sia che si presentino in solitaria sia che effettuino dei passi a due o tre,  i movimenti di danza sono sono sempre esplorativi, di confronto del rapporto prossemico, dell’essere-nello-spazio, cioè dei corpi in movimento e siccome il movimento in questo caso significa anche visibilità o invisibilità la danza acquista anche il significato di esistenza, di esserci per il pubblico o di non essere visibili ma esistere comunque per sé, fuor dalla luce, ma non dal palco.

Questo sottrarsi a una visione chiara e sempre certa di quel che accade in scena ha un effetto notevole sul pubblico che viene attivato nell’attenzione e cui viene richiesta una capacità di lettura del qui ed ora che non è sostenuta dai soliti canoni dello spettacolo di danza. Tutto è messo in discussione, ogni aspettativa è sospesa, quel che conta è il movimento, la musica, e la penombra.

In queste coreografie a corpo libero all’interazione tra danzatrici e danzatori corrisponde anche quella tra corpo di ballo e pubblico che la penombra coinvolge in una sorta di rispecchiamento: se nel teatro contemporaneo è il pubblico a stare al buio e chi esegue la performance sta sotto le luci, qui la penombra pone pubblico e corpo di ballo nella stessa condizione di (in)visibilità, lo sguardo si fa intimo, personale, in un modo che normalmente non capita a teatro.

Alla fine della coreografia le danzatrici e il danzatore si esibiscono in un omaggio a  Steve Paxton, il coreografo della post-moderne dance, morto lo scorso 20 febbraio, eseguendo alcuni momenti della sua coreografia dedicata alle Variazioni Goldberg di Bach.

Una serata indimenticabile per chi c’era, un’altra gemma di questa rassegna preziosa e indispensabile. Il pubblico presente, di ogni età, dimostra, come abbiamo già avuto occasione di constatare, come dinanzi una offerta culturale valida e interessante la gente, le persone, il popolo, si sposta, riempie i teatri,  anche in luoghi non proprio di facile accesso.

 

Monumentum the second sleep / seconda parte
Concept, coreografia, costumi Cristina Kristal Rizzo
Annamaria Ajmone, Marta Bellu, Jari Boldrini, Violetta Cottini, Sara Sguotti (cast variabile)
Elaborazione sonora live Cristina Kristal Rizzo
Riferimento cinematografico Memoria di Apichatpong Weerasethakul (2021)
Disegno luci Gianni Staropoli
Direzione Tecnica per la data di Roma Roberto Cafaggini
Collaborazione teorica Lucia Amara e Laura Pante
Produzione Tir Danza
Progetto vincitore del bando Abitante sostenuto dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e dalla Fondazione CR Firenze
Residenze creative SpazioK, PARC, Progetto vincitore del Bando AIR Lavanderia a Vapore

 

Visto per voi allo Spazio Rossellini di Roma il 4 aprile 2024.

 

 

(14 aprile 2024)

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