Recensione (e non recensione) di Nino il T-Rex

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di Giuseppe Sciarra

Antefatti e considerazioni: a un bambino bisognerebbe insegnare innanzi tutto a essere pienamente se stesso. Qualsiasi minaccia alla sua felicità e alla piena realizzazione della sua personalità andrebbe osteggiata – purtroppo certi adulti credendo di fare il bene di un minore mettono in atto una propria guerra personale verso un mondo al loro dire al contrario, dove il pericolo sarebbe questo mostruoso gender che devierebbe la sessualità e l’identità di genere dei bambini e delle bambine creando in loro una presunta confusione innaturale e contro producente alla loro crescita.

Quando avevo sette anni sapevo già di essere omosessuale (per buona pace dei garanti della morale) e la censura di questo tipo di tematiche e annessa demonizzazione degli adulti con battutine meschine e volgari sull’omosessualità mi facevano sentire solo e impaurito, avrei tanto voluto che se ne parlasse in modo rilassato e mi si spiegasse cosa fosse l’omosessualità; mi avrebbe evitato tanta sofferenza inutile e sarei stato meglio con me stesso, invece fui lasciato allo sbaraglio e solo con la mia sessualità, finendo per vergognarmene. Giunsi così alla conclusione a soli sette anni che esistevano bambini di serie a e bambini di serie b, ed io facevo parte della categoria di serie b – visto che i tanti adulti che mi avrebbero dovuto proteggere e tutelare mi canzonavano e reprimevano.

Cosa centra tutto questo con una recensione di uno spettacolo per bambini? Nino il T-Rex è una deliziosa pièce sul bullismo andata in scena al teatro le maschere dal 16 al 21 gennaio 2024. E ha fatto infuriare Pro-Vita.

Mi immagino già un bambino o una bambina che non sentono di rientrare nei parametri di “normalità” secondo Pro-Vita a cui giunge all’orecchio – perché i genitori parlano sempre davanti i propri figli – che l’associazione si scaglia contro un’innocua drag queen che legge una fiaba, per giunta sul bullismo, venendo tacciata di propinare la tanto temuta (ma soprattutto inesistente, invenzione di certo teocratismo ad uso politico) teoria gender senza fare in realtà, nulla di che.

La povera Drag Queen in questione è interpretata da Francesco Pierri, autore tra l’altro di Nino il T-Rex, in arte Cristina Prenestina, il quale non si è più potuto presentare in scena in abiti femminili a quanto parrebbe, su richiesta del teatro che voleva evitare polemiche.

Come si sentiranno quei bambini – se sono come quel Giuseppe degli anni ’90 che già a sette anni sapeva di essere gay e si sentiva solo ed ignorato –  nel sapere che una Drag Queen che legge una fiaba sarebbe pericolosa per loro? Posso solo immaginare come potrebbero sentirsi perché quella Drag Queen è il simbolo della loro peculiarità e viene presa di mira da pregiudizi tossici di persone adulte che per loro sono scariche di violenza e portatrici di futuri traumi.

E andiamo alla recensione: Può accadere che uno spettacolo per i più piccoli nella sua disarmante semplicità, nel suo essere un po’ mela visione (che a noi piaceva tanto), abbia un significato pedagogico e profondo che può essere da insegnamento non solo ai più piccoli ma anche agli adulti. A volte ci sono cose per bambini che andrebbero prese più sul serio di tanti drammi e commedie contemporanee che vediamo a teatro che nel loro essere pretenziosi e ostentatamente profondi non dicono nulla, o dicono troppo, o stendiamo un velo pietoso.

In scena ci sono tre attori, (Camilla Bianchini, Gisella Cesari, Giorgio Volpe) i quali interpretano dei personaggi che vivono in un mondo fantastico dove gli esseri umani convivono in maniera pacifica con gli animali e i dinosauri. C’è però Nino – un Tirannosaurus-rex – che fa il bullo terrorizzando gli esseri della foresta. Per quali ragioni Nino bullizza chiunque? Cosa lo spinge alla violenza? Lo spettacolo cerca di indagare la rabbia di Nino attraverso uno dei personaggi che decide di incontrarlo per comprendere le ragioni della sua scelta di nuocere all’altro.

Interpretando più ruoli, tra maschere e travestimenti buffi i simpatici gli attori guidati da una regia dinamica portano in scena il loro lato bambinesco e scanzonato regalando risate e momenti di tenerezza a grandi e piccini. La rabbia e il dolore di un bullo diventano motivo di riflessione importante rispetto a quelle dinamiche che portano altri bambini a fare del male ad altri bambini – e non necessariamente per cattiveria ma per una loro inquietudine personale. Attraverso il  teatro dei piccoli che nel suo non prendersi troppo sul serio coglie la purezza e l’essenzialità dei sentimenti possiamo riflettere seriamente sul bullismo e imparare delle cose a riguardo. Peccato non aver potuto vedere in azione Cristina Prenestina. Questa fata buona e vistosa avrebbe dato ancora più colore e gioia a una fiaba delicata sul dramma del bullismo che miete vittime e può portare tutt’oggi anche a tragedie irreparabili. Viva Nino il T-Rex!

Scritto da Francesco Pierri
Adattamento e regia:Giorgio Volpe
Con (in o. a.): Camilla Bianchini, Gisella Cesari, Giorgio Volpe
Costumi e scene: GsG – teatro
Musiche: Simone Ranalli – Strade
Luci: Danilo Caiano
Illustrazione: Dunja Jogan
Produzione: Giù di Su per Giù – Teatro in collaborazione con Settenove edizioni

 

 

(23 gennaio 2024)

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