“Evǝ” all’Off/Off Theatre, l’abbiamo visto per voi

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di Giuseppe Sciarra

Giuseppe Sermonti, nel suo libro “Misteri lunari” afferma che lo scenario della nascita di Eva è il novilunio. Nell’eden giaceva addormentato Adamo e Dio avrebbe provocato il suo sonno per distaccare dal suo fianco una falce luminosa, una costola bianca da cui nascerà Eva, ossia la luna crescente, parte femminile e luminosa dell’uomo addormentato che è la parte invece oscura della luna. Una suggestione affascinante che descrive le fasi lunari attraverso il maschile e femminile dove l’uno e l’altra si alternano e si compenetrano.

La vicenda della luna descrive la nascita dell’essere umano e la sua morte. Il sentiero che deve percorrere per ritrovare pienamente la sua essenza e ricongiungersi alla sua parte divina dopo aver trasgredito i divieti del signore raccontati severamente dalla Genesi, primo libro dell’antico testamento; un percorso quello della luna che potremmo definire fluido in cui Eva e Adamo in fondo sono la stessa cosa. Eve di Jo Clifford, drammaturga scozzese transessuale ha voluto riprendere la vicenda di Eva, quella figura femminile che nella Genesi viene tanto bistratta e biasimata – per parlare di identità di genere dai primordi, analizzando con ironia e spietatamente un testo sacro che non le manda a dire soprattutto alla donna.

Lo spettacolo di Andrea Adriatico, prodotto dalla bella realtà bolognese di Teatri di Vita, a cui il tema del gender serve a ribadire per l’ennesima volta il più che attuale medioevo in cui viviamo riguardo gli angusti ruoli prestabiliti dalla società – il suo film “Gli anni amari” su Mario Mieli, pioniere delle teorie gender né è un altro lampante esempio – porta sul palcoscenico questo testo apocrifo, femminista e queer attraverso una messa in scena statica e limitante per gli attori, tutti gli interpreti infatti sono confinati, (ancora meglio imprigionati), in claustrofobici rulli di plexiglass. I movimenti scenici sono così ridotti all’osso, di conseguenza la mimica facciale e la voce sono gli unici strumenti in cui i protagonisti di Evǝ ribadiscono con una lucidità non rassegnata e la pazienza di chi combatte una rivoluzione non solo esterna ma anche interiore la propria condizione di essere umano che è nel mezzo, tra due generi ben distinti dove l’uno sottomette l’altro e non accetta identità non binarie e per questo anarchiche.

Questa condizione di corpi isolati, bramosi di esprimere se stessi, conferisce alle parole della Clifford e alle performance degli ottimi attori, (Eva Robin’s, Rose Freeman, Patrizia Bernardi, Anas Arqawi, Saverio Peschechera, Met Decay), una maggiore sincerità a quest’interpretazione scomoda e dissacrante tra i tanti episodi controversi della bibbia, in cui alla solennità che si confà alla lettura di un testo sacro subentrano un mix di riflessione teorica, filosofica con puntellate qua e la di stand up comedy che oltre a strapparci più di un sorriso non può che portare ognuno di noi – anche la persona più reazionaria – a riflettere sulle infinite sfumature che caratterizzano gli esseri umani e su quanto stare nel mezzo faccia paura perché in fondo nel mezzo ci siamo tutti; ma ammetterlo significa mettere in discussione ciò che regge le nostre certezze e il nostro esserci al mondo.

Teatri di Vita
Evǝ di Jo Clifford traduzione Stefano Casi
con
Eva Robin’s, Patrizia Bernardi, Rose Freeman, Anas Arqawi, Met Decay, Saverio Peschechera
regia Andrea Adriatico
dal 7 al 10 dicembre all’Off Theatre

 

 

(9 dicembre 2023)

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