“Wide Beyond” apre la XXII edizione di Trend

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di Alessandro Paesano

Ha debuttato mercoledì scorso al teatro Belli di Roma la XXII edizione di Trend, la rassegna teatrale di Rodolfo di Giammarco dedicata alle nuove frontiere della scena britannica.
Ha aperto questa ventiduesima edizione Wide Beyond di Natah Ellis, autore e regista britannico da poco trapiantato a Berlino, molto conosciuto in patria e nel resto d’Europa, un po’ meno qui da noi.

Wide Beyond, nella traduzione di Natalia di Giammarco, ci racconta dell’incontro di Karen ed Andrew, fratello e sorella.
Lui da tempo partito per San Francisco, dove vive col suo compagno, tornato in Inghilterra in visita alla madre, nella casa che lo ha visto crescere, lei, insegnante, sposata e con prole,  rimasta a vivere lì, e che ora accudisce la madre anziana, cosa che rinfaccia subito al fratello.
Questo semplice intreccio basta ad Ellis per dipanare il vissuto di due vite i cui problemi sono iniziati ben prima e largamente al di là (come accenna il titolo) di queste circostanze.
Il pubblico scopre i loro trascorsi per deduzione, in base ai riferimenti ellittici, tra comportamenti, omissioni, parole dette o mancate,  che Karen ed Andrew si rinfacciano. Un  passato che incombe su un presente di crisi per entrambi. 

Karen non riuscendo più a sostenere il peso delle cure per la madre è finita suo malgrado per farle violenza e per questo il marito l’ha lasciata sottraendole la custodia dei figli. Andrew è in crisi col compagno e per sostenere un amore che si sta affievolendo pensa di avere un figlio insieme a lui con, l’ausilio della maternità surrogata.
Entrambi sono accomunati dalla frustrazione di vivere una vita che non ce la fa a sostenere o a permettere le ambizioni e i bisogni umanissimi di solidarietà, affetto e amore che entrambi non riescono ad avere o a darsi.

Ellis ci (di)mostra come il peso della cura sia ancora tutto sopra le spalle delle donne. Karen sente ineluttabile il dovere di curarsi della madre non importa il prezzo che deve pagare lei (la perdita della responsabilità genitoriale) o la stessa  madre (cui Karen ha procurato un polso fratturato).  Andrew invece,  come ogni uomo del patriarcato, è un egoista codardo che dinanzi il conflitto si sottrae e scompare. 

Se per pochi secondi vagheggia di tornare a vivere con la sorella e aiutarla ad accudire la madre (che ogni tanto sentiamo tossire dalla sua stanza da letto posta al piano superiore), alla fine della pièce fugge proprio come voleva fare all’inizio quando è stato interrotto dall’arrivo improvviso della sorella (in una elegante circolarità tra inizio e fine commedia).

Wide Beyond è un testo efficace nella sua asciuttezza narrativa, senza scene madri, senza monologhi esplicativi, tutto sviluppato in un serrato dialogo tra sorella e fratello.

La scena indugia su alcuni elementi veristici dell’interno piccolo borghese, un tavolo di legno e delle sedie coordinate, un divano che campeggia sulla scena, un mobiletto con un telefono da rete fissa con i tasti digitali, che contrastano un poco con l’asciuttezza di un testo al quale avrebbe forse giovato una scena più scarna, più essenziale, lasciando al pubblico il lavoro di ricostruzione degli ambienti, proprio come gli viene chiesto di fare per il passato dei due protagonisti.
Unica eccezione la finestra che dà verso una vegetazione rorida di pioggia che è ottenuta con un video, evidente nella sua menzogna, eppure viva, credibile, elegante, scenograficamente efficace.

Martina Montini si cala nel personaggio di Karen lasciandosi coinvolgere completamente (tanto che, alla fine, quando si prende i meritati applausi, rimane ancora un poco dentro il dolore del dispiacere per la fuga di Andrew). Meno a fuoco l’interpretazione di Alessandro Di Marco,  non tanto nella restituzione delle battute, che suonano credibili, quanto nella recitazione del corpo che sembra assente, distratto, quasi altrove, come se Di Marco non fosse consapevole di essere presente sul palco di un teatro ma credesse, quasi, di essere presente  solamente in voce.

Anche qualche pausa, prevista nel testo, viene restituita con qualche indugio di troppo, una esitazione che spezza il ritmo invece di serrarlo come vuole il suo autore. Nulla di veramente importante per non permettere al pubblico di apprezzare il testo e una regia, di Lucilla Lupaioli, che fa salire sul palco l’attore e l’attrice a sala piena,  facendoli salutare e preparare prima dell’inizio dello spettacolo, che avviene solamente dopo la chiusura e successiva riapertura del sipario.
Loro sono sempre lì, prima come persone e poi come personaggi.
E il pubblico si innamora.

 

WIDE BEYOND

di Nathan Ellis
regia Lucilla Lupaioli
con Alessandro Di Marco e Martina Montini
luci e fonica Sirio Lupaioli
scene e costumi Nicola Civinini
foto di scena Alice Tinozzi
assistente regia Sara Attanasio
traduzione Natalia di Giammarco
produzione Bluestocking

Visto per voi il 3 novembre 2023.

 

 

(4 novembre 2023)

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