di Alessandro Paesano
Circus Dark Queen è uno spettacolo teatrale nel quale la parola è secondaria e quasi assente, un teatro fatto di gesti, figure, personaggi, situazioni, emozioni, sostenute ed evocate dalla musica, che sia un brano di classica (Lascia ch’io Pianga di Handel) o un brano pop (da The Devil Is Loose di Asha Puthli a Pour Vous di Dalida) e sostenute dalla presenza scenica degli attori e delle attrici di una compagnia che scrive i propri spettacoli con sorprendente efficacia.
Il nucleo tematico è la storia d’amore tra Cleopatra Giulio Cesare e Marco Antonio. Un nucleo narrativo canonizzato da Shakespeare che nello spettacolo viene ridotto ad archetipo narrativo, a una cornice di senso all’interno della quale ogni quadro, ogni situazione scenica, prende corpo e significato.
Le scene si susseguono senza soluzione di continuità, seguendo un andamento onirico, pre-logico, dove la storia non si sviluppa per accumulo narrativo (dove non conta un prima e un dopo) ma dove le situazioni vengono riprese, ribadite, variate, un po’ come accade nei miti greci e, naturalmente, anche nella nostra cultura pop e relativo immaginario collettivo. A muovere le fila dei personaggi e delle situazioni in cui si trovano coinvolti è un demiurgo imbonitore, e la sua controparte femminile, che indica alcuni personaggi (già presenti i platea mentre il pubblico prende posto) facendoli muovere come se prendessero vita dal gesto delle sue mani.
Circus dark Queen diventa così un regesto del nostro immaginario collettivo, con le sue mille situazioni desunte da film, tv, opere liriche, manifesti pubblicitari, quadri e canzoni.
Lo spettacolo permette una lettura di riconoscimento delle citazioni ma la emozione profonda che colpisce il pubblico va ben più in profondità dell’impianto citazione mettendo il pubblico di fronte ai topai che legano moltissime situazioni topiche della nostra cultura popolare narrazioni dove lei ama lui, ma anche lui ama lui evocando e rielaborando un un immaginario collettivo contaminato dalla visione collettiva del cinema, dell’opera e di tutte le altre forme narrative di cui lo spettacolo si nutre e ripropone sul palco.
Come nel mito della caverna di Platone Circus dark Queen ci mostra in tralice i meccanismi più profondi dell’immaginario collettivo celebrandoli e al contempo restituendoli con ironia compiendo al contempo un omaggio alla visione collettiva, quella che permette di condividere una emozione di pancia, possibile solamente quando si è insieme in una platea e non certo solitariamente davanti uno schermo.
Circus dark Queen richiede una grande sforzo ai suoi e alle sue interpreti, sul piano fisico per i continui cambi di costume, per la salita e la discesa dal palco alla platea e viceversa, e un impegno emotivo non indifferente, emozioni senza le quali tutta la messinscena si affloscerebbe come una vela senza vento.
Il pubblico si emoziona nel vedere un gruppo di interpreti che lavora, si espone con generosità e amore per il teatro che è fatto anche di tutte le persone che vanno a vederlo.
Circus dark Queen ci pone dinanzi l’origine comune, la forma simile, l’emozione equipollente del nostro immaginario pop(olare) (di)mostrandocelo in maniera icastica, con grande semplicità e intelligenza.
Una vera gioia, per gli occhi e per il cuore.
Visto per voi nell’ambito della rassegna I solisti del teatro il 30 agosto 2023
CIRCUS DARK QUEEN
Ricordando ‘Antonio e Cleopatra ‘ di W. Shakespeare
regia Stefano Napoli
con Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Simonetta Giordano, Simona Palmiero, Giuseppe Pignanelli, Luigi Paolo Patano
disegno luci Mirco Maria Coletti
consulenza musicale Federico Capranica
foto Dario Coletti
si ringraziano Alessio Pardo e Sasà salzano
COLORI PROIBITI
(4 settembre 2023)
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