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Genova, Teatro della Corte #Inscena “La Bottega del Caffè” di Goldoni fino al 17 dicembre

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di Gaiaitalia.com #Teatro twitter@gaiaitaliacomlo  #Genova

 

 

Dopo il debutto di martedì 12 Dicembre alle ore 20.30 debutta al Teatro della Corte “Das Kaffehaus”, ossia “La Bottega del Caffè” di Goldoni, nella rilettura che negli anni ‘60 ne fece Rainer Werner Fassbinder. Lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia vede in scena Filippo Borghi, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos, Ivan Zerbinati (attore ospite) e con Mauro Malinverno, diretti da Veronica Cruciani.  La scena e i costumi sono di Barbara Bessi, la drammaturgia sonora è di Riccardo Fazi, le luci di Gianni Staropoli. La versione italiana è di Renato Giordano.

“La Bottega del Caffè” è una delle commedie più amate e rappresentate del repertorio goldoniano, tanto che nel 1969 il regista ed autore cinematografico e teatrale Rainer Werner Fassbinder, decise di riadattare il testo di Goldoni secondo la propria visione. Quella di un artista inquieto, maledetto e geniale, per il quale prevalgono le tinte fosche e una crudeltà cinica che trova perfette assonanze nel nostro presente.

In una piazzetta di Venezia, le vicende di alcuni personaggi si dipanano intorno ad una caffetteria. Il proprietario Ridolfo, prende a cuore sia la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo, sia quella di sua moglie Vittoria, che cerca invano di farlo recedere da quel vizio. Da questo nucleo narrativo centrale, pian piano la trama si espande sino a formare un intreccio dinamico nel quale troviamo anche Placida che, travestita da pellegrina, va in cerca del marito Flaminio, e il nobile don Marzio, prepotente e chiacchierone, che prova piacere nell’ostacolare il desiderio delle due donne di ricondurre sulla retta via i loro mariti.

«Nonostante si tratti di un’opera del 1969 – sostiene la regista Cruciani – la società che ne viene descritta essenzialmente non è molto diversa da quella che viviamo oggi, per questo la mia intenzione è di ambientarla in una Venezia contemporanea. Ci sembra che i personaggi nell’essenza interiore somiglino a molti protagonisti delle feste mondane che si danno sulle terrazze o nelle case eleganti del nostro Paese, dove si ostentano denaro, bei vestiti e una finta cortesia per celare invece disperazione, solitudine, violenza, desiderio di potere e infine sopraffazione verso il prossimo».

Lo spettacolo rimane alla Corte fino a domenica 17 dicembre.

Lo spettacolo è in scena dal martedì al sabato alle ore 20.30, domenica alle ore 16.

La recita del giovedì inizia alle 19.30. Info teatrostabilegenova.it o archivolto.it.




(11 dicembre 2017)

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