Folklore Dynamics: un testo non all’altezza delle coreografie

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di Alessandro Paesano

Folklore Dynamics coreografia di Vidavè, al secolo  Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali, è un lavoro che partendo dalla provocatoria affermazione Una lingua è un dialetto con un esercito e una bandiera vuole analizzare le diverse tradizioni culturali italiane locali tra consuetudini prossemiche e retorica nazionale.

La parte coreografica è magnificamente riuscita nell’intento di presentare un regesto di abitudini, tradizioni, relazioni sociali, situazioni relazionali, restituire in movimenti di gruppo e in passi a due oltre che in assoli. I due danzatori e le tre danzatrici, partendo dal loro personaggio performato, che si distingue per il modo di vestire e per la postura e il linguaggio del corpo,  si relazionano traducendo in movimenti coreutici una certa indole all’interazione, componendo una partitura coreutica di ampio respiro, ben eseguita, forse con qualche lungaggine, soprattutto in qualche episodio, verso la fine,  dei quali si poteva fare a meno, ma che colpisce nel segno imponendo Vidavè  come punto di interesse e di riferimento della danza contemporanea  (non a caso è vincitore del bando nazionale per le nuove coreografie di Biennale Danza 2024).
In questa casistica di personaggi e situazioni relazionali dove l’accettazione sociale, la connessione e la relazione interpersonale vengono dipanate in una serie di modalità differenti che rimangono comunque nell’alveo nell’eteoronormatività, emerge vivila necessità umana di trovare una connessione, un’affermazione nel gruppo in un alternarsi tra necessità di rispecchiamento e di prevaricazione che viene ben sviluppato da una danza che sa farsi ora intima ora di gruppo ora sensuale ora sentimentale in un continuo alternarsi di cdici coreutici che rimbalza contro quel concetto di dinamica del folklore cui fa riferimento il titolo.

Nella parte testuale  però il lavoro lascia perplessi. Il testo, che sulla carta dovrebbe essere il prodotto di una indagine tra storie, proverbi, giochi, superstizioni e gesti delle diverse tradizioni popolari italiane, diventa subito autoreferenziale (a iniziare dal gioco linguistico di invertire fonemi come nel  Verlan  parigino) scadendo in una retorica discorsiva mai davvero audace anzi a tratti prevedibile e qualunquista, che, senza mai davvero mettere  in discussione i rapporti di potere della lingua, si limita a proporre un divertissement che entra a gamba tesa nelle coreografie imponendo un (sovra)senso che limita la polisemanticità di un lavoro coreutico la cui elaborazione testuale non è mai all’altezza.

Bellissimi i costumi così diversificati degli e delle interpreti (che prendono tutti e tutte posto in platea come fossero componenti del pubblico) interessante la partitura sonora, in uno spettacolo corale, al quale gioverebbe una asciugatura della parte testuale (che per quanto ci riguarda potrebbe essere del tutto espunta) per valorizzare la parte  coreografica che è la vera vocazione di un duo del quale aspettiamo con curiosità di assistere al prossimo lavoro.

 

Folklore Dynamics

coreografia VIDAVÈ – Noemi Dalla Vecchia & Matteo Vignali
danzatori Emma Bogerd, Fabio Cavallo, Noemi Dalla Vecchia, Cristina Roggerini, Matteo Vignali
voce Gustavo Frigerio
testi Mariateresa Sartori

 

Visto per vi al teatro India di Roma il 18 giugno 2025

(22 giugno 2025)

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