di Andrea Mauri
Si spengono le luci e sullo schermo appare un cielo dipinto dove scorrono nuvole disegnate e animate dalla musica. Il riflettore punta su una cassapanca sul lato destro del palcoscenico. Si apre e si chiude, di nuovo aperta e chiusa. Spunta una timida testa, sembra un pulcino di volatile all’apertura del guscio. Al ritmo incalzante della musica di Mario Conte, ecco uscire l’attrice con un vestito bianco e una gonna alata alla stregua di una Goldrake della letteratura.
Inizia così Napsound al Teatro India di Roma, una performance in tre momenti in cui ognuno rappresenta una fase dell’esistenza: l’infanzia, la giovinezza e la maturità . Un viaggio tra poesia e letteratura napoletana, videoinstallazioni, musica ad accompagnare versi e citazioni. Sono le opere di Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani, Antonio De Curtis recitate da Anna Ammirati, disinvolta nel cambiare registro tra un testo e l’altro, recitando in napoletano. Purtroppo per me, a volte napoletano troppo stretto, costringendomi a uno sforzo notevole per seguire la bellezza di quanto l’attrice declamava.
Il segreto però è quello di lasciarsi andare alla musicalità dei versi, accompagnati dai ritmi mixati, e in effetti il gioco funziona.
Come funzionano i video proiettati sullo schermo in fondo al palcoscenico. Non ci sono solo cielo e nuvole da fiaba. Appare anche un personaggio simile a Pinocchio a prendere per mano Anna Ammirati nelle parti recitate accanto allo schermo. Sembra che i due si tocchino, che lo spazio proiettato accompagni la danza dei versi e trasformi il paesaggio fittizio in un parco per famiglie felici e poi in una pioggia stellare e colorata, sotto la quale si posiziona l’attrice, completamente avvolta da un’atmosfera speciale, che avvicina il significato dei testi al pubblico, anche di quelli più incomprensibili.
Anna Ammirati si muove nello spazio scenico con sicurezza: sale su una sedia a declamare, si rotola a terra, azzarda un’incursione dietro al telo delle proiezioni.
In quel momento parte un sapiente gioco di luci e ombre, che duplicano l’attrice nel bene e nel male. È piccola e allo stesso tempo gigante, cambia la voce, il testo parla di questo scontro di personalità e di attitudini. È la parte in cui ho percepito il pubblico immedesimarsi di più; la protagonista si affaccia da dietro lo schermo per vedere che cosa succede in sala e lo sfondo inizia a frantumarsi, ma non i versi recitati che ricompongono gli equilibri.
Un’ora di spettacolo, intenso, di regia accurata. Per la lingua napoletana, ho capito che mi occorreranno lezioni intensive per le prossime occasioni.

Napsound
Scritto, diretto e interpretato da Anna Ammirati
musica di Mario Conte
video installazioni di
Alessandro Papa
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Spettacolo visto per voi al Teatro India di Roma il 21 febbraio 2025.
(24 febbraio 2025)
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