di Andrea Mauri
Lo spettacolo di danza Fin che ci trema il cuore in prima assoluta al Teatro Palladium di Roma mi ha ricordato un verso della poesia di Cesare Pavese Sempre vieni dal mare: Fin che ci trema il cuore. / Hanno detto un tuo nome. / Ricomincia la morte. / Cosa ignota e selvaggia / sei rinata dal mare.
Quel rinascere dal mare, dall’acqua come elemento generativo, sta al centro della coreografia di Michael Incarbone. Sin dai primi secondi della performance, quando accecanti luci bianche invadono la scena vuota, il suono di pioggia tra le piante invade la platea. Le due bravissime performer, Erica Bravini e Marina Bertoni, si muovono nello spazio e abbandonandosi al ritmo dell’acqua, si fanno spazio tra la coltre umida di un’immaginaria foresta amazzonica. Di sottofondo, insieme alla musica che si fa dolce e aggressiva nel corso della danza, i versi di animali nascosti da qualche parte. Non la vediamo la foresta, la immaginiamo come cosa ignota e selvaggia, come scriveva Cesare Pavese nella poesia.
L’intento è quello di dare forma all’appena percepibile, alla sfocatura della vita o dei corpi in movimento, e alla ricerca continua di equilibrio. Le due performer si scambiano i ruoli, perfette gemelle nel riempire lo spazio scenico, ma anche a scomparire in un angolo buio per poi riapparire, da sole o in due, alter ego davanti allo specchio, in una dimensione che si proietta verso l’orizzonte come punto di riferimento.
L’orizzonte è metafora del confine tra spazio finito e indefinito, una linea immaginaria che le danzatrici attraversano grazie all’ausilio di bastoni che piroettano con loro, che indirizzano i movimenti verso la soglia labile dei luoghi, campo indiscusso di illusioni e magia. La musica diventa quasi tribale, sollecita i corpi a sfidare il vuoto primordiale; le luci accecanti diventano rosse, blu, si assestano sull’invenzione fantasmagorica offerta al pubblico.
Come dervisci rotanti, i corpi inseguono il faro che annuncia la terra, evocano ancora la pioggia torrenziale dell’inizio, il ritorno alle origini, allo scioglimento di quel miraggio fatto di teatro di apparizione e di illusione. Ecco che il suono dell’acqua nella foresta pluviale torna incessante a marcare il passaggio dalla morte alla vita in un lento abbandono come gesto di apertura e di liberazione.
FIN CHE CI TREMA IL CUORE
idea e coreografia Michael Incarbone
performer Erica Bravini e Marina Bertoni
musiche originali Filippo Lilli
disegno luci Danila Blasi
dramaturg Valeria Vannucci
costumi Giulia Cauti
produzione PinDoc
Visto per voi al Teatro Palladium di Roma il 29 aprile 2025.
(2 maggio 205)
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