di Alessandro Paesano
Sul palco campeggiano un pianoforte elettrico e la riproduzione del quadro di Leonardo La gioconda.
Quando la pianista, Cinzia Pennesi, esegue un brano ecco che Monna Lisa scompare dal quadro e appare di persona sul palco, i capelli lunghi e fluenti, un abito nero lungo fino alle caviglie, ringraziando per la musica.
Monna Lisa spiega subito che dietro quel vetro lei ascolta tutto, vede tutto, studia le mode, i costumi, la lunghezza variabile delle gonne e dei capelli.
E anche le nostre diavolerie elettroniche (com’è che chiamate quel rettangolo parlante?) . Tramite un espediente semplice ed elegante viene portata in scena una delle figure chiave dell’arte rinascimentale, il personaggio di un quadro iconico che domina l’immaginario collettivo contemporaneo popolare anche di chi di arte non ne mastica.
In questa cifra drammaturgica è racchiuso Monna Lisa Unplugged, scritto e diretto da Pino Ammendola, che si è ispirato al libro di Carla Cucchiarelli Così parlò la Gioconda, pubblicato nel 2019 per i tipi della Iacobelli editore, magistralmente interpretato, cantato e recitato da Maria Letizia Gorga.
Nel testo di Cucchiarelli fatti noti si alternano a fatti presunti e a vere e pure invenzioni romanzate. Ammendola sfronda il testo e allestisce un palinsesto di canzoni eseguite per pianoforte e voce.
Nel suo interloquire col pubblico Monna Lisa racconta le esperienze che le sono capitate in vita (il matrimonio, il suo essere modella per Messer Lionardo) e poi da reclusa, dietro il vetro di protezione dal quale assiste ai visitatori che nei secoli sono venuti a guardarla.
Monna Lisa inizia così una disamina sulle abitudini così diverse da quelle in auge quando lei era in vita (ho capito che oggi le donne sono più libere mentre io sono chiusa dietro un vetro…).
Maria Letizia Gorga ha una presenza scenica magnetica, autorevole, la voce calda, la postura elegante, restituisce una Monna Lisa credibile, plausibile, vera. Lo fa senza clamori nascondendo la bravura sotto la mestizia di cui veste il suo personaggio ottenendo un risultato straordinario.
Mentre Monna Lisa parla la pianista l’accompagna, esegue delle musiche ed ecco che Monna Lisa canta.
Prima una strofa del brano Muovesi l’amante su parole dello stesso Leonardo e musica di Roman Vlad, originariamente incisa, nel 1971, da Ornella Vanoni.
Maria Letizia Gorga canta il brano con una bravura eccezionale dando alle parole di Leonardo (Movesi l’amante per la cosa amata se la cosa amata è vile l’amante si fa vile. Quando l’amante è giunto all’amato là si riposa Quando il peso è posato lì si riposa lì si riposa…) un significano davvero vissuto e non solamente cantato.
Poi Monna Lisa racconta di una donna che le lanciò una tazza contro (e non è l’unico incidente capitatole) gridando Maledetta francese, anche tu sei straniera! Si riferisce a fatto realmente accaduto, nel 2009, gesto compiuto da una donna di origini russe che non era riuscita ad ottenere la nazionalità francese, e la nostra Monna si chiede ma perché bisogna lottare per vivere in un paese in cui non si è nate? La canzone che accompagna questo aneddoto è Je te Veux di Eric Satie dove possiamo apprezzare appieno la statura artistica dell’interprete.
Poi Monna Lisa si fa elegiaca e racconta delle sue origini, nata il 15 giugno 1479, del matrimonio, dei figli e dee figlie, rievoca la sua esperienza come modella per Lionardo mentre canta Come Monna Lisa di Mango e Monna Lisa di Ivan Graziani.
E anche in questi brani più moderni Maria Letizia Gorga si impone per la duttilità del suo registro interpretativo.
Straziante il racconto di quando Monna scopre la morte di Leonardo, o sente arrivare la sua di morte, quando, rimasta vedova, si ritirò in un convento.
Altri aneddoti riguardano la visita di Kafka quando stava scrivendo una guida su Parigi, il furto del quadro per mano di un imbianchino di origini italiane, Vincenzo Peruggia, nel 1911, mentre sullo spartito scorrono le note de Les feuilles mortes, su versi di Jacques Prévert composta da Joseph Kosma.
Peruggia venne arrestato e si difese dicendo che voleva restituire il quadro, creduto bottino di guerra di Napoleone, all’italia. Ed ecco che Maria Letizia Gorga e Cinzia Pennesi improvvisano un …mash-up degli inni nazionali d’Italia e di Francia.
Esperimento riuscito, potenza della musica.
Poi Monna Lisa inizia a ragguagliarci sulla sua fama come icona d’arte. A cominciare da Doisneau che fotografò il pubblico venuto a vederla senza mai inquadrarmi, per arrivare a tutte le riproduzioni utilizzate per altre opere d’arte (come Dalì che la fece coi baffi), per le pubblicità o le illustrazioni grafiche. E in videoproiezione parte una collezione di rivisitazioni della gioconda che si trasformano l’uno nell’altro con un bell’uso del video morphing (quella tecnica che fra trascolorare una immagine in un’altra senza soluzione di continuità).
Intanto, dal versante musicale, è la volta di Monna Lisa di Jay Livingston, Ray Evans e Cyro Mendes De Aguiar portata al successi da Nat King Cole.
Monna Lisa racconta anche di come è stata impiegata come strumento di sensibilizzazione, quando il suo sorriso viene collegato a fotografie di rovine di guerra (perché la bellezza dell’arte diventa sinistra in mezzo alle rovine di guerra) mentre canta La Joconde di Paul Braffort portata al successo da Barbara, uno dei momenti più intensi dello spettacolo. Fino al ritorno nella cornice del quadro almeno fino alla prossima volta. Chissà.
Monna Lisa Unplugged è uno spettacolo riuscitissimo, che nasce dalla confluenza di un testo letterario, di una riduzione teatrale efficace, una regia intelligente e una musicista che dal pianoforte elettrico sa tirare fuori il suo meglio.
Uno spettacolo che deve moltissimo alla sua interprete Maria Letizia Gorga, un’attrice che canta, una cantante che recita, una interprete unica, grande, immensa.
Monna Lisa unplugged
con Maria Letizia Gorga
scritto e diretto da Pino Ammendola
al pianoforte Cinzia Pennesi
video art Claudio Ammendola e Sara Angelucci
Visto per voi al teatro di Villa Lazzaroni il 25 gennaio 2025.
(28 gennaio 2025)
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