di Alessandro Paesano
Patroni Griffi scrive Persone naturali e strafottenti nel 1973 che debutta a Roma nel 1974 con Pupella Maggio, Mariano Rigillo, Gabriele Lavia e Arnold Wilkerson.
Patroni Griffi torna a scrivere per il teatro sei anni dopo Metti una sera a cena, con un testo che presenta una lingua totalmente diversa da quella distaccata e borghese della commedia precedente e che si fa evocazione diretta dei personaggi che la parlano.
La lingua napoletana caratterizza il personaggio di Donna Violante che da ragazza ha lavorato in un postribolo, dove faceva la serva, e anche Mariacallas un travestito che si prostituisce, mentre Fred, un giovane studente gay, oscilla tra il napoletano e l’italiano e Byron, un nero statunitense (non bello specifica Patroni Griffi in didascalia) turista a Napoli, parla un italiano senza accento.
È la notte di San Silvestro Byron e Fred sono in cerca di una stanza dove fare l’amore e Mariacallas ha pensato bene di subaffittare la stanza che Donna Violante le mette a disposizione facendole credere che i due ragazzi siano suoi clienti. Progetta invece di lasciarli da soli, di nascosto dalla padrona di casa.
Questo intreccio e le situazioni che accadono in commedia fecero scandalo nel 1974 tanto che a Napoli la rappresentazione venne interrotta dal pubblico.
A leggere le recensioni di allora, ma anche quelle più recenti, i personaggi della commedia vengono descritti come un gruppo di emarginati (così Paolo Bosisio nell’introduzione al testo Tutto il teatro di Patroni Griffi pubblicato da Mondadori nel 1999) riducendo di molto la prospettiva da cui Patroni Griffi racconta i suoi personaggi e li fa muovere.
Lo scandalo è mosso dal pregiudizio contro l’omosessualità e la prostituzione (Donna Violante discetta anche sulla prostituzione maschile fatta da ragazzi etero; o delle donne lesbiche che vanno in giro a cercare partner travestendosi da uomini) elementi con i quali Patroni Griffi vuole épater la bourgeoisie riuscendoci pienamente.
Se nel primo tempo (così nel testo) le dinamiche tra i personaggi hanno un’aura comica dal risvolto agrodolce, nel secondo tempo l’incidente che ferisce Fred (una lesione all’ano provocata dall’impeto di Byron) si fa catalizzatore per una confidenza nella quale i personaggi raccontano episodi del proprio passato significativi e che in un modo o nell’altro li hanno segnati.
Donna violante ricorda la gavetta come serva del postribolo dove svuotava secchi pieni di preservativi usati, che bolliva squagliandoli finché non si trasformavano in una colla, Mariacallas racconta con enfasi millantatoria un tentato suicidio al quale sopravvive so malgrado e poi la salvezza grazie al Grande Maestro Viennese. Fred racconta intenerito della confessione di un’avventura omoerotica di suo padre (durante la seconda guerra mondiale) quando l’uomo teme che l’orientamento sessuale del figlio possa essere causa di vergogna, mentre Byron racconta di un’infanzia di abusi e di un fratello ucciso in carcere dove era entrato per non aver pagato una multa di 20 dollari.
Persone naturali e strafottenti è un capolavoro di commedia che mentre fa ridere e intenerisce, restituisce con profondità meditata il nostro occidente dove neri e napoletani sono la stessa cosa ladri e ladri, disgraziati e disgraziati, cantiamo e cantiamo, fame e fame, carcere e carcere, negri di pelle negri di fetenzia dice Violante a Mariacallas che l’accusa di razzismo per aver usato la parola negro, dove Fred e Mariacallas lottano per due visioni diverse della libertà sessuale. Fred accusa Mariacallas di essere infelice per non essere nata donna e Mariacallas lo accusa di venire a Napoli per cercare incontri con ragazzi lontano dalla famiglia e commenta Tu ti camuffi io mi travesto. Tu bari io proclamo restituendo con icastica sintesi tutto il percorso politico del movimento di liberazione omosessuale di quegli anni.
Nessun personaggio è totalmente negativo o positivo.
Byron che accusa tutti dello sfruttamento dell’occidente sull’Africa vuole distruggere il mondo per una rabbia che prima ancora di essere politica è personale (l’uccisione del fratello in carcere) Fred, giovane studente omosessuale che solo lontano da casa riesce ad essere se stesso ammonisce nel finale Byron augurandogli una splendida morte naturale e ricordandogli che questo mondo è fatto per viverci. Ci vuole coraggio a liquidare questi personaggi come emarginati. Sono tutti molto consapevoli del loro posto nel mondo e di quelli che li circondano. Casomai sono tutti personaggi oppressi (indimenticabile Violante nel finale, che rimane congelata con la mano tesa nel gesto di chiedere) poco importa la classe sociale ma non per questo sprovveduti o ignari.
Ci sarebbero ancora tante dettagli del testo da riportare (la tenerezza con cui Fred rimorchia Byron in un locale, gli insulti arguti di Violante Sgualdrina senza fessa rivolto a Mariacallas, le buffe medicazioni fatte da Violante a Mariacallas, anche lei ferita in una rissa, con le stesse bende insanguinate usate per il didietro di Fred…) ma basta quanto abbiamo detto per cogliere il portato della commedia e la sua difficoltà di messinscena.
Il lavoro fatto da Giancarlo Nicoletti per portare in scena un testo così impegnativo è splendidamente riuscito, la sua regia è un atto d’amore, un omaggio al testo incantevole e indimenticabile.
Nicoletti lavora su questo testo da una decina d’anni portandolo in scena per tutta l’italia con un cartellone sempre diverso (nel ruolo di Fred si sono nel tempo alternati Michele Balducci e Giovanni Anzaldo) e ha trovato una sua quadra quando è entrata in cartellone Marisa Laurito la cui sorprendente bravura non scaturisce certo dalla sua napuletanità ma dalla sensibilità di una interprete verace, vera e magnifica.
Guglielmo Poggi è uno splendido Fred, capace di rispecchiare tutte le corde del suo personaggio, mentre Livio Beshir (che è tutt’altro che non bello come vuole Patroni Griffi nel testo) lascia forse troppo sotto pelle la rabbia che muove il suo personaggio, rimanendo comunque convincente.
Un’altra sorpresa dello spettacolo è lo stesso Nicoletti che interpreta Mariacallas con una bravura disarmante (compresa una breve apparizione senza parrucca quando il suo personaggio pensa a farsi un piccolo lifting).
Ogni interprete, forte di una regia attenta e senza sbavature, si affida al testo senza concedersi deviazioni o reinterpretazioni, tanto di moda nei riallestimenti di classici del teatro fatti da registi che non sanno resistere alla tentazione di essere anche autori.
Ad esser pignoli mancano le scene di nudo integrale di Fred e Byron, che scandalizzavano più nel 74 di quanto non farebbero oggi e la cui mancanza non inficia lo spettacolo, anzi toglie di mezzo il sospetto di un esibizionismo fine a se stesso che oggi il nudo potrebbe avere.
Persone naturali e strafottenti è uno spettacolo da vedere e rivedere che merita tutto il successo che sta riscuotendo e anche di più.
Una perla nella programmazione dell’Off Off
PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI
di Giuseppe Patroni Griffi
con
Marisa Laurito
Giancarlo Nicoletti,
Guglielmo Poggi,
Livio Beshir
regia Giancarlo Nicoletti
Visto per voi all’Off Off Theatre di Roma l’11 gennaio 2025
(17 gennaio 2025)
©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata