Sconfinamenti: quando l’improvvisazione diventa sinergia.

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di Alessandro Paesano

Di Nicola Galli avevamo già visto, nell’edizione 2024 di Attraversamenti Multipli, Cosmorama, del quale avremo ancora modo di parlare perchè la coreografia è stata programmata anche nell’edizione 2025 del Festival.

Giovedì 18 settembre, primo giorno dell’attesissima edizione di Attraversamenti Multipli (costretto a debuttare a settembre invece del consueto giugno a causa di interferenze ministeriali) quella del venticinquennale, Galli ha proposto al pubblico fortunato che ha avuto modo di assistervi,    Sconfinamenti, una suite di improvvisazione, in duo col violinista, compositore e produttore  Rodrigo D’Erasmo (in quota Afterhours).
D’Erasmo suona il violino amplificandone il suono attraverso una strumentazione elettronica. Il suono che esce dal mix, complice una serie di filtri (riverbero, eco, registrazione e ripetizione di alcune parti del suono prodotto) è una partitura complessa che si districa tra suoni tenui ed eterei precipitando all’improvviso in suoni dal forte colore (intensità del suono emesso). Il ritmo del suono reso dall’archetto costruisce una struttura sonora dalla forte connotazione emotiva.
Su questa composizione sonora (che ricorda i suoni degli abissi marini o quelli, impossibili, dello spazio sidereo) Nicola Galli si muove, danza, lascia che la musica riverberi nel suo corpo danzante rimanendo in equilibrio come un surfista sull’onda, solamente che in questo caso l’onda è la musica e il surf è il suo corpo danzante.


Suono e danza si sviluppano su unità minime di improvvisazione, le cellule musicali per la partitura sonora (della quale D’Erasmo deve saper contenere gli effetti amplificatori di un mixer molto complesso) e una serie di movimenti che sembrano provati e pensati in precedenza mentre scaturiscono da un’estemporaneità mai  fine a se stessa ma che sa condurre un discorso coreutico coerente e di  grande eleganza.  La potenza della musica, fisico-sonora ma anche emotiva, investe il corpo del danzatore che si muove come una vela mossa dal vento, investito da un’energia che traduce in movimenti liberi delle mani, degli arti, del viso, del busto con una invidiabile agilità (indimenticabile  la camminata sulle ginocchia, in posizione eretta, coi piedi e i polpacci sollevati da terra; oppure un’accovacciamento nel quale si poggia solamente su un piede, su una gamba, mentre l’altra rimane tesa ben distante dal terreno e da quella posizione riacquista la stazione eretta) e una cura all’ascolto che restituisce subito in movimento.
La grammatica coreutica è apparentemente semplice, costruita su piccoli gesti cangianti, una mano che ruota, un braccio che sii estende roteando su se stesso, ai quali si susseguono torsioni del busto compresi dei magnifici cambré (torsioni del busto, in avanti, all’indietro o laterali), mentre le gambe tese o flesse esplorano lo spazio che le circonda,  eseguiti come fossero la cosa più semplice da fare. Questa semplicità apparente è naturalmente il frutto di una ricerca anteriore che costituisce la cifra stilistica del coreografo che ha al suo attivo una produzione cospicua.
Man mano che la coreografia e la partitura proseguono nel loro dialogo di improvvisazione il pubblico si trova dinanzi un unico fenomeno che non vede più un musicista suonare uno strumento e un danzatore muovere il suo corpo. L’intesa tra i due esecutori è così coesa che in alcuni momenti per alcune risposte coreutiche al cromatismo e al ritmo del suono del violino sembra quasi che sia Galli, il danzatore, a suonare lo strumento o che sia D’Erasmo a suonare il danzatore. Non è infatti solo Galli a rispondere alla musica anche D’Erasmo risponde musicalmente al movimento coreutico in un dialogo continuo che meraviglia per la sua spontaneità.


Galli si muove nel prato del Parco di Torre del Fiscale, su un terreno non uniforme, con una leggera pendenza, sul quale agisce come stesse sull’impiantito solido e piano di un palco teatrale eseguendo i passi della sua danza con la stessa sicurezza e convinzione e dove, ci ha spiegato in un incontro amichevole dopo lo spettacolo, l’eventuale errore dato dalle disparità del terreno viene accolto come parte della coreografia, dell’improvvisazione.

La  grandiosità della coreografia di Galli risiede non solamente nell’apparente facilità con cui esegue i passi di danza ma anche  nella completa necessità dei passi eseguiti come se a quella musica, a quel ritmo, a quel riverbero musicale ed emotivo  non fosse possibile, che quel movimento, la cui necessità trova una chiosa nel perfetto connubio tra suono movimento e risposta emotiva del pubblico.

Il pubblico viene sommerso in una sinestesia occhio-orecchio e cuore-mente che incanta e lascia un ricordo indelebile in chi vi ha assistito.
La location del parco di Torre del Fiscale con gli archi dei resti dell’acquedotto romano che si stagliano sullo sfondo del prato in cui la coreografia viene eseguita,  costituisce un perfetto correlativo oggettivo alla performance: l’opera d’ingegno della musica e della coreografia contemporanee si riflette nell’architettura antica  in un dialogo continuo che echeggia suggestioni sotterranee eppure concrete.

Nicola Galli, qui in coppia con un grande musicista, si conferma uno dei coreografi più interessanti della scena contemporanea, proprio come il Festival Attraversamenti Multipli che accoglie un pubblico popolare, radicato nel quartiere e che sa muoversi benissimo in una programmazione ad alta partecipazione. Un pubblico in grado di apprezzare e capire proprio perchè formato dalla programmazione venticinquennale di un Festival sempre più indispensabile.

 

SCONFINAMENTI
con Rodrigo D’Erasmo e Nicola Galli
produzione: Fondazione Teatro Ponchielli di Cremona, TIR Danza

 

Visto per voi al Parco di Torre del Fiscale il 18 settembre 2025

 

 

 

(20 settembre 2025)

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