di Alessandro Paesano
Lo statunitense John Gay, ricordato come autore della sceneggiatura di Tavole separate, il film del 1958 di Delbert Mann con Burt Lancaster, Rita Hayworth, Deborah Kerr e David Niven, per la quale fu nominato agli Oscar, nel 1978 scrisse un monologo in due atti dal titolo Diversions & Delights (in italiano reso con “Divagazioni e Delizie”, dove in inglese di quel diversion significa diversivo, un espediente per distrarre l’attenzione da qualcosa), completamente basato su testi di Oscar Wilde.
Non si deve pensare a un’opera di mera citazione però: Gay imbastisce un monologo nel quale Wilde si rivolge direttamente al pubblico convenuto ad assistere a un suo discorso. Ormai esule a Parigi, dopo aver scontato due anni di lavori forzati, malato e solo, Wilde, organizza questi incontri con un publico di gente venuta a vedere il mostro, il pervertito, curiosi di sapere chi sia. A loro Wilde si racconta, citando suoi scritti, ragionando sulla sua vita, le sue esperienze, i suoi amori.
Non bisogna lasciarsi ingannare dalla tentazione di credere che il testo di Gay sia in qualche modo biografico. Il Wilde che Gay mette in scena è sempre un personaggio, un doppio del vero Wilde del quale ascoltiamo le parole che ci sono state tramandate nei suoi testi.
Nello scrivere questo monologo Gay restituisce tutta la ferocia con cui la società vittoriana colpì scientemente un genio, la cui unica colpa era quella di essere omosessuale. Il monologo ci mostra tutte le qualità artistiche di un uomo che sapeva usare la parola come nessuno, minato nel corpo da una infezione all’orecchio che, diffondendosi al cervello, contribuirà a farlo morire, e minato nello spirito, colpito dall’omofobia, ancora presente ai giorni nostri.
Questo monologo è stato interpretato negli anni da grandissimi interpreti tra i quali Vincent Price e, in Italia, Romolo Valli e Pino Micol.
Daniele Pecci, che firma traduzione e regia, e sta portando il testo in giro per l’Italia in una lunga e fortunata tourneè, sa restituire monologo e personaggio con una splendida prova d’attore, grande maestria e intelligenza.
E se normalmente per commentare una grande prova d’attore si dice che l’interprete si è calato nel personaggio in questo caso Pecci è riuscito a far calare Wilde in sé, riuscendo a mostrarci sulla scena non già una impersonificazione di Wilde o una sua caricatura, ma il vero Wilde.
È davvero Oscar Wilde e non Pecci ad accogliere il pubblico nel teatro, per spirito, temperamento, linguaggio del corpo e attitudine, in un gioco (meta)teatrale tra personaggio e interprete, tra spettacolo di Wilde (quello che Gay pretende lui stia recitando nel monologo) e spettacolo del teatro Parioli.
Così i commenti che Wilde rivolge al pubblico del suo spettacolo sono al contempo anche quelli che Pecci fa al suo di pubblico, in un gioco divertito e divertente.
L’attitudine witty, intelligente e buffa, di Wilde (e di Pecci) amplifica l’eco del devastante ludibrio che lo travolse, tanto che il suo nome non compariva più sui suoi libri che venivano presentati come “dell’autore del Ventaglio di Lady Windermere“, un ludibrio che Wilde, ci racconta, subisce ancora nel presente, in quel di Parigi, dove si è rifugiato. E agli sguardi di disprezzo che riceve, alterna quelli che posa su qualche ragazzo che gli piace, o su reazioni di solidarietà che riceve da, chi pur sapendo chi è, non lo disprezza ma si schiera con lui.
La recitazione di Pecci è misuratissima, tutta a levare, priva di sbavature sostenendo da solo un monologo che richiede una notevole energia, in un testo dove apparentemente non succede nulla e invece, si ha l’opportunità di incontrare Oscar Wilde.
Il testo di John Gay è una tentazione irresistibile per un attore e Daniele Pecci vi si concede con una bravura indimenticabile, deliziandoci con un’ora e trenta di pura arte teatrale.
D’altronde se Wilde si è calato in lui una ragione c’è, non credete?
DIVAGAZIONI E DELIZIE
di John Gay
traduzione e regia Daniele Pecci
con Daniele Pecci
regista assistente Raffaele Latagliata
costumi Alessandro Lai
musiche originali Patrizio Maria D’Artista
foto di scena Tommaso Le Pera
Visto per voi al Teatro Parioli di Roma il 20 dicembre 2024.
(25 dicembre 2024)
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