di Alessandro Paesano
Alla Ricerca del Tempo Perduto di Marcel Proust, ha debuttato lo scorso 18 luglio al teatro Basilica di Roma, per l’adattamento di Duccio Camerini e Marcello La Bella, uno degli allievi degli allievi del Laboratorio di Arti Sceniche diretto da Massimiliano Bruno, di cui Camerini è docente.
Camerini e La Bella, che interpreta l’io narrante della recherche, portano in scena l’opera di Proust nella sua totalità, divisa in tre episodi dalla parte di Swann – All’ombra delle fanciulle in fiore, Dalla part di Guermantes – Sodoma e Gomorra e La prigioniera – Albertine scomparsa – Il tempo ritrovato, i primi due andati in scena singolarmente nelle serate del 18 e del 19 il terzo insieme ai primi due nelle serate del 20 e del 21 luglio.
Un’operazione colossale che ha visto in scena 38 tra allievi e allieve in un teatro privo di aria condizionata che ha messo a dura prova il pubblico e, soprattutto, gli attori e le attrici in scena.
Una kermesse che farebbe tremare i polsi a chiunque e che invece gli attori e le attrici della scuola portano a conclusione con fermezza e una precisione notevoli. C’è chi ha qualche problema di fonazione, credendo di recitare per la televisione e non per il teatro (dove tutto deve essere scandito di più) ma sono dei dettagli (quasi) che si perdonano in quello che dopo tutto è uno spettacolo interpretato da giovani ancora in formazione.
La riduzione per la scena del testo di Proust è stata radicale ma l’unica possibile per un approccio teatrale, arrivando a concretizzare le oltre tremila pagine di testo in una serie di azioni che sono state messe in scena in una rappresentazione che, nella replica a episodi unificati, è durata, pause comprese più 5 ore.
Certo togliere alla Recherche – che venne descritta da uno dei primi editori che ne rifiutarono la pubblicazione, come un romanzo che ci mette trenta pagine per descrivere il protagonista che si addormenta – i commenti, le glosse, le dissertazioni, è un’operazione che può destare perplessità (cosa rimane del testo?) ma il riassunto, per quanto estremo e fatto a gamba tesa, funziona e porta in scena i nodi narrativi dell’opera fiume con sufficiente rispetto per il suo spirito forse un po’ meno per la sua filologia.
La recitazione dei personaggi è molto vicina alla sensibilità contemporanea soprattutto nell’assenza di quella formalità anche prossemica (le distanze tra i personaggi) dell’epoca, disinvoltamente sostituita da una spontaneità giovanilista (soprattuto nei primi episodi della gioventù di Marcel) che fa tanto teen drama. Non lo diciamo tanto per un’esigenza di rispetto storicisto o filologico al testo, che, data l’operazione di riduzione, sarebbe pretestuosa, ma per la scelta stilistica della regia che è naturalistica e autorizza ad aspettarsi un’aderenza al periodo in cui la storia è ambientata e non a quella del nostro presente. Poco male però perchè la messinscena ha il grande pregio di avvicinare il pubblico a un’opera considerata difficile, che invece, così concertata, si rivela godibile, accessibile e umanamente comprensibile.
La scansione dei titoli dei singoli romanzi con le date di riferimento aiuta a districarsi tra i vari volumi dell’opera e a scoprire (o ritrovare per chi è già avvezzo o avvezza al testo) l’opera originale.
Tutto sommato l’operazione regge il vaglio critico perchè ben recitata (compreso il commento sonoro, eseguito dal vivo, mai banale o esornativo).
Dispiace solamente per alcune semplificazioni al limite dell’omofobia seguite per restituire le relazioni che i personaggi hanno con persone dello stesso sesso.
Le relazioni tra donne, sulla scena, vengono descritte e restituite esclusivamente per l’interesse e il piacere di un pubblico maschile ed eterosessuale come se questa categoria di persone, oggi nel 2024, fosse l’unica interessata a vedere in scena due donne che amoreggiano (ci si dimentica che tra il pubblico ci sono anche donne che amano le donne) delegittimando un po’ il portato emotivo di queste relazioni vedendole esclusivamente dal punto di vista del gossip. Una scelta non obbligata perchè anche se si imputasse al testo questa visione pro etero del lesbismo si sarebbe dovuto seguire la stessa adesione al testo anche per le relazioni tra personaggi di genere diverso semplificate a favore di una disinvoltura più vicina ai nostri tempi.
Le cose non vanno meglio per l’omosessualità maschile i cui personaggi (ben al di à delle intenzioni di Proust che non ne aveva comunque opinioni lusinghiere) vengono caratterizzati da una infelicità esistenziale che non è legata al ludibrio dell’epoca ma a una condizione congenita scontata quanto discriminatoria.
Di nuovo, al di là del rispetto del testo, l’operazione di sintesi avrebbe certo permesso di mostrare i personaggi anche da un punto di vista altro come per esempio mostrare l’omosessualità di Robert de Saint-Loup, che, in Proust, è un personaggio scevro di quella infelicità che invece, nella riduzione, non trova il tempo di emergere.
Lo sforzo e l’investimento umano e attoriale compiuto per questa messinscena vanno però apprezzati e accolti positivamente, con le riserve di cui si è detto.
Alla Ricerca del Tempo Perduto
di Marcel Proust
adattamento di Duccio Camerini e Marcello La Bella
con Maria Stella Adario, Francesca Alati, Costanza Canelli, Davide Coppini, Francesco Di Cesare, Samuel Di Clemente, Susanna Funaioli, Francesca Gregori, Marcello La Bella, Fulvio La Palma, Emanuele Lombardi, Caterina Lucente, Alessio Mascelloni, Francesca Medde, Marianna Menga, Alessandra Modica, Emanuele Modica, Arianna Panieri, Emanuela Panzarino, Alessandra Persi, Francesco Piazza, Emma Piccirilli, Martina Pinori, Irene Roccalto, Lorenzo Rossi, Natalie Scinicariello, Elia Testa, Benedetta Tiberi, Matteo Valentini, Veronica Violo
e con la partecipazione di Alessandro Giorgi, Morenio Panni, Giovanni Andrei, Francesco Gaudenzi, Nicola Cuneo, Lorenzo Chiarusi, Matteo Annibali, Gabriele Manzo, Nicole Delfino
Musiche
Margherita Fusi- guitar, Keyboards, drums, voice
Antonella Franceschini- violino
Samuel Di Clemente- guitar
Alessio Mascelloni- bass
Visto per voi al teatro Basilica il 21 luglio 2024
(28 luglio 2024)
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