di Alessandro Paesano
Dell’ultima commedia di Pirandello, rimasta incompiuta, esiste una letteratura così vasta che non proviamo nemmeno a darne un resoconto per quanto sommario. Anche perché Marcello Amici ha le idee chiare sulla lettura da proporre di questo mito, come lo definì lo stesso Pirandello, e lo fa con una regia intelligenze e davvero rispettosa del testo che richiede un apparato scenico complesso (e costoso) che Amici riesce a bypassare con le armi immaginifiche del teatro.
Nello scontro-incontro tra la compagnia (o quel che ne rimane) della contessa Ilsa decimata da una critica negativa che le ha tolto piazze dove recitare e voglia di farlo e gli e le abitanti della villa La Scalogna capeggiate dal Mago Cotrone dove la compagnia spera di trovare assistenza, Amici ha modo di declinare tutta la poetica di Pirandello dalle vicende organizzative del teatro alla fortuna o sfortuna critica di un testo, dalla superficialità perniciosa del pubblico, alla capacità degli attori e delle attrici di credere a ciò che recitano come fa l’infanzia quando gioca (quel gioco che in inglese e in francese, ma non in italiano, significa tanto il giocare dell’infanzia quanto il recitare).
Amici restituisce i personaggi dei Giganti della montagna con un gusto a metà tra la commedia dell’arte e il teatro delle avanguardie storiche (quello futurista in testa) mentre gli interpreti e le interpreti davvero in stato di grazia restituiscono dettagli e sottigliezze del testo (e del sottotesto) con eleganza.
L’aggiunta all’inizio del terzo atto della pantomima dei fantocci che interpretano una versione onirica della favola del figlio cambiato – opera pirandelliana che nella commedia è il testo che è costato la carriera della compagnia della Contessa e la vita del suo autore giovane spasimante di Ilsa – è ben congeniata ed eseguita anche se risulta forse un po’ troppo insistita (a tratti sembra girare un po’ a vuoto) ma è in perfetta coerenza e sintonia con una messinscena che rimane il più aderente possibile al testo pirandelliano senza apparati esegetici posticci che invece questa commedia rischia sempre di subire a ogni sua messinscena.
Nel finale incompiuto (Pirandello morì prima di scrivere il quarto atto) Amici ha preferito non servirsi della conclusione postuma scritta dal figlio Stefano secondo gli appunti paterni e quindi non vediamo questi fantomatici Giganti cui la compagnia dovrebbe proporre la recita assistiamo invece a Cotrone che legge le ultime volontà di Pirandello:
Sia lasciata passare in silenzio la mia morte. Agli amici, ai nemici preghiera non che di parlarne sui giornali, ma di non farne pur cenno. Né annunzi né partecipazioni. Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga, nudo, in un lenzuolo. E niente fiori sul letto e nessun cero acceso. Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti, né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta. Bruciatemi. E il mio corpo appena arso, sia lasciato disperdere; perché niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di me. Ma se questo non si può fare sia l’urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra nella campagna di Girgenti, dove nacqui chiudendo così una messinscena perfetta che dimostra la grande cultura, l’intelligenza scenica e l’amore per Pirandello di Marcello Amici che continua a regalarci un teatro schietto, genuino, onesto e indimenticabile.
Lo spettacolo è in scena fino a domenica 5 agosto alternandosi con Così è (se vi pare) di cui abbiamo già parlato.
I giganti della Montagna
di Luigi Pirandello
con
Marcello Amici, Tiziana Narciso, Maurizio Sparano, Marco Bellizi, Ester Albano, Lucilla Di Pasquale, Alice Zanini, Mirella Martinelli, Gabriele Casali, Emilia Guariglia, Fabio Galassi, Beatrice Picariello, Francesca Di Gaetani, Marco Tonetti, (Giorgio Corcos)
Scene e ricerca musicale: Marcello de Lu Vrau
Disegno luci: Paolo Fortini
Costumi: Livia Ciuco, Gianfranco Giannandrea
Assistente alla regia: Francesca De Gaetani
Direzione tecnica: Roberto Di Carlo
Comunicazione: Maresa Palmacci, Virginia Rifilato
Regia di Marcello Amici
Visto per voi nel Giardino di S. Alessio all’Aventino di Roma il 20 Luglio.
(28 luglio 2024)
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