Raccogliere pietre: quando l’ascolto diventa creativo

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di Alessandro Paesano

Enrico Malatesta è un percussionista attivo in ambiti sperimentali tra musica, performance e indagine territoriale. Nella sua ricerca artistica esplora la relazione tra suono, spazio e movimento e la vitalità dei materiali presenti in un determinato territorio  con particolare attenzione alle modalità di ascolto e al rapporto tra suono, ambiente ed essere umano attraverso un approccio ecologico e sostenibile allo strumento percussivo.

Quale migliore occasione di annoverare la sua presenza tra le performance/spettacoli in programma ad Attraversamenti Multipli 2024, il festival di Margine Operativo che esplora  la possibilità di confronto / interazione tra la natura urbana e le performing arts tracciando un percorso che ruota intorno alla performatività dei corpi in dialogo / connessione con i paesaggi naturali urbani?

Malatesta ha presentato al festival Raccogliere pietre   nel quale ha restituito il risultato di una ricerca sulle qualità sonore, ambientali e relazionali del contesto urbano-naturale del Parco di Torre del Fiscale che ha potuto effettuare grazie alla residenza di  Margine operativo supportata dalla Rete Ecoritmi la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, Eticae, con il contributo del Ministero della Cultura – Next Generation EU. 

Pescando nel bagaglio della sua esperienza decennale sul campo, Malatesta ha coinvolto il pubblico presente in una serie di interventi sonori e pratiche performative volte a valorizzare il parco stesso, senza imporsi su di esso ma al contrario, aumentando la sua portata udibile come natura, come presenza umana, in carne ed ossa o nei manufatti (nella loro capacità di riflettere i suoni).
Dopo una introduzione per fornire al pubblico alcuni strumenti critici per seguire il percorso performativo (compresi dei riferimenti letterari che vanno dal Canetti di Massa e potere al Viaggio attorno alla mia stanza di Xavier de Maistre) Malatesta ha guidato le persone presenti in un percorso fisico di ascolto interagendo con alcuni suoni emessi da un piccolo altoparlante digitale, che ha riprodotto ora delle onde sonore sinusoidali (invitando a esplorare la portata del  suono, la sua potenza, la variazione di intensità a seconda della distanza ma anche della posizione) per poi proporre dei suoni più complessi, più articolati che, occupano si diffondono nello spazio del parco e coprono i suoni naturali, e no, già presenti (dal treno che passa nelle vicinanze ai bambini e le bambine che giocano in lontananza, ma anche il sibilo del vento, il cinguettio degli uccelli il riverbero dei suoni sulle arcate dell’acquedotto romano dando tempo.

foto di Carolina Farina

A ogni persona del pubblico viene chiesto di sperimentare la propria percezione del suono dove non si ascolta passivamente ma si sperimenta come  la propria attenzione modifica la qualità dell’ascolto anche in base alla posizione del corpo, alla distanza dalla fonte sonora, rendendo l’ascolto una vera e propria come esperienza partecipata. Quel che conta non è l’importanza del suono, o del luogo in cui ci si trova, l’esperienza di ascolto può avvenire anche in un luogo limitato (come fa de Maistre quando, relegato nella sua stanza per motivi di salute, scrive un libro sui movimenti quotidiani intorno agli oggetti e al mobilio della stanza).
Giunti nel luogo scelto per la performance Malatesta ha infine suonato la natura, facendo sfregare alcune pietre trovate in terra, tra di loro, usando delle canne secche anch’esse trovate nel parco già cadute e non strappate, interagendo con alcuni strumenti tecnologici (le ventole di raffreddamento dei pc alimentate da batterie, impiegate con un nuovo scopo,  sulle quali usa arbusti e ramoscelli per produrre suoni) amplificando il rumore di alcuni arbusti che vengono mossi, agitati, percossi oppure usando l’arco di un violino su un piatto per batteria per ottenere un riverbero sonoro (l’arco è manovrato assieme a un tamburello impiegato non solamente come cassa di risonanza ma anche come oggetto che fa vibrare il piatto. Ogni oggetto impiegato viene usato con un fine che non è quello per cui è stato prodotto o esiste.

Malatesta impiega  la natura (che non aggredisce ma usa così come gli si presenta, già pronta) come strumento di produzione sonora prima ancora che come strumento musicale e anche gli artefatti tecnologici  sono usati come strumenti produttori di suono. Anche gli strumenti musicali vengono suonati fuori dal canone.
È proprio in questa modifica nell’uso previsto che sta l’afflato creativo di questo artista che coinvolge il pubblico nella scoperta dell’importanza dell’ascolto che ha su ogni singola persona una ricaduta personale.

Vedere persone diverse per età, sensibilità, cultura e aspettative, tutte riunite nel fare la stessa esperienza d’ascolto e artistica, restituisce l’importanza della ricerca portata avanti da Malatesta e il successo di Attraversamenti Multipli che offre uno sguardo sull’arte contemporanea e le sue contaminazioni, disinnescando la logica di consumo che sembra appiattire la maggior parte delle proposte culturali, promuovendo un progetto originale, indispensabile e riuscitissimo.

 

Raccogliere pietre
di e con Enrico Malatesta
Progetto performativo sostenuto attraverso la Residenza artistica curata da Margine Operativo, supportata dalla Rete Ecoritmi // Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, Eticae, Margine Operativo // con il contributo del Ministero della Cultura – Next Generation EU

 

Visto per Voi al Parco di Tor del Fiscale il 28 giugno 2024.

 

 

(30 giugno 2024)

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