di Stefano Cangiano twitter@stefanocangiano
C’è chi affronta il teatro come una sfida, altri come una riflessione, altri ancora come un farmaco. E c’è chi, come Olimpia Ferrara, sembra fare teatro per il puro gusto di farlo e per concedersi uno spazio di libertà totale. Guardando Real Adam and Eve è questa l’impressione che se ne ricava, un’impressione che rapidamente evolve in convinzione.
Siamo nell’Eden, un Eden post-moderno, un paradiso perduto, ritrovato e ancora perduto, siamo ormai oltre il settimo giorno, quando la creazione è già un dato ineluttabile e quindi l’unica arma per cambiare davvero le sorti del primo uomo e della prima donna della Terra è la mistificazione. E cosa meglio della tv, e in particolare di un reality, può adempiere meglio a questo compito? Adamo (Davide Giuseppe Sapienza) ed Eva (Gaia Petronio) sono concorrenti e non più inquilini privilegiati dell’Eden, devono scoprirsi e amarsi e lottare in funzione del premio finale. A presiedere alle loro sorti c’è una carismatica conduttrice, Lilith (Olimpia Ferrara), che enuncia i propri comandamenti e fa valere il proprio ruolo di arbitro parziale.
In questo paradisiaco talent Adamo ed Eva assumono i connotati che li rendono creature distanti l’uno dall’altra, inconciliabili, eppure insieme in un’unione che farà emergere i loro tratti peculiari. Mentre la anchor woman incalza i 2 partecipanti, sferza il pubblico e si scaglia contro il maestro che li accompagna con la musica (Francesco Spina), in questa storia d’amore in vitro si riconoscono tutti i vizi e i tic del rapporto tra uomo e donna.
Emergono tra i sorrisi e nel ritmo ben calibrato dello spettacolo, che si serve del sarcasmo per rielaborare secondo un canone proprio l’originale spunto offerto da Mark Twain con Il diario di Adamo ed Eva. Così si ride di gusto, indotti dall’intelligenza del lavoro sul testo e della messa in scena, e si seguono con interesse le vicende dei primogeniti per eccellenza.
Real Adam and Eve è un lavoro che lascia intravedere i germi di un teatro destinato a evolvere e a portare nuovi risultati. Se, al netto della valida interpretazione degli attori e del lavoro oculato di regia, gli si può imputare un difetto, è quello di non aver dato ancora più spazio ai personaggi, e in particolare a quello di Lilith. I protagonisti di Real Adam and Eve sembrano portare con sé la promessa di una vita drammaturgica feconda di sviluppi che però restano solo in nuce e non hanno il tempo per tradursi in azione scenica e in ulteriori snodi narrativi.
La vicenda resta come restano l’intuizione e la bravura attoriale e tutti questi elementi contribuiscono a fare di Real Adam and Eve un ottimo lavoro, che dimostra come fare teatro per il puro gusto di farlo sia un vantaggio per tutti, al di là e al di qua del palco.
(14 marzo 2017)
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