“Albania Casa Mia” di e con Alèksandros Memetaj #Vistipervoi raramente si vede tanta sincerità su un palcoscenico

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aleksandros-memetaj-00-albania-casa-miadi E.T. twitter@iiiiiTiiiii

 

 

 

 

 

 

Il Centrale Preneste Teatro di Roma ha ospitato lo scorso 22 ottobre la 30ª replica del magnifico spettacolo scritto ed interpretato da Aléksandros Memetaj “Albania Casa Mia” che ha già collezionato diversi premi in giro per l’Italia e guadagnato la visibilità che merita, ne meriterebbe molta di più. Eravamo lì per goderne, vogliamo bene e stimiamo l’attore-autore, e per darvene conto. Lo spettacolo era in cartellone all’interno dell’interessante Festival Attraversamenti Multipli 2016, che si tiene nella capitale fino al 30 ottobre.

Nonostante la maleducazione indescrivile del pubblico teatrale capitolino (ringraziamo il buzzurro incolto che sedeva nella fila di fronte a noi per avere sottolineato con grugniti ed esclamazioni ogni passaggio dello spettacolo che gli risultava sgradito, od ostico), Memetaj incanta il pubblico fin dalla prima parola e non molla la presa. Raccontare lo spettacolo si potrebbe, ma non va fatto, perché per quanta possa essere la nostra abilità nel raccontare, l’empatia ed il cuore lanciati verso il pubblico non sono raccontabili. Vi consigliamo di accaparrarvi i biglietti delle repliche più vicine (Bologna, Parma, a Roma ancora nel marzo 2017). Da addetti ai lavori possiamo però sottolineare alcuni aspetti del lavoro di Memetaj: la scrittura, innanzitutto. “Albania Casa Mia” è retto da una scrittura felicissima, perfettamente “pensata” per il palcoscenico e racconta le vicende (vere) vissute da protagonista come le racconterebbero le pagine di un romanzo, che Memetaj sfoglia e fa sfogliare al pubblico che non può sottrarsi al fascino del racconto. Lo stare in scena di Memetaj è una lezione di creatività anche per chi lo dirige, dal momento che è l’attore stesso a prendere per mano il regista e a condurlo dove lo spettacolo vuole. Quindi, per ultimo ma non ultimo, il talento di Alèksandros Memetaj che prima di essere un attore di talento è un essere umano che decide di raccontarsi con tale forza e valenza sociali e politiche (e quindi “verità” teatrale) da non poter essere contestato se non con le armi del razzismo più bieco (che forse soggiaceva ai grugniti dello scimmione di cui sopra).

Poi c’è il capitolo sincerità: “Albania Casa Mia” è una lectio magistralis di sincerità teatrale. Senza arroganze, senza le sovrastrutture intellettuali di chi non ha nulla da dire e si ammanta di un sapere che è ben lontano dal possedere – sono troppi i cialtroni che popolano i palcoscenici della capitale abbassando il livello culturale dell’offerta cittadina e nazionale – Alèksandros Memetaj si mette a nudo e decide di dire quello che va detto, esattamente come va detto.

Proprio per questo il suo lavoro non solo vale il costo del biglietto e lo sforzo di seguirlo, ma lascia una tale commozione umana nel cuore da poter essere definito, senza ombra di dubbio, uno dei lavori più interessanti visti per voi, ma prima per me, da molto tempo a questa parte.

E l’affetto non c’entra niente, che voi ci crediate o no. Memetaj questo lo sa.

 

 

 

 

(23 ottobre 2016)

 

 

 

 

 

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