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L’ultimo Pasolini: un teatro vero

Il  7  giugno  del 1977 i  carabinieri fecero irruzione nel Cinema Vittoria di Grottaglie  (a venti km da Taranto)  per  interrompere  la proiezione di Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini, film uscito postumo dopo il suo assassinio. La pellicola  sequestrata  nel gennaio 1976  era stata dissequestrata il 17 febbraio 1977 e distribuita nuovamente con il taglio di alcune sequenze.
A Grottaglie i carabinieri agivano per ordine del pretore di Evangelista Boccuni, che  in seguito alla denuncia  di  un  privato  cittadino,  aveva disposto il sequestro del film sull’intero  territorio nazionale nonostante  la sentenza assolutoria della corte d’appello di Milano. Il 9 giugno la società di produzione del film denuncia Boccuni  per abuso d’ufficio e violazione delle norme procedurali e il 18 giugno il sostituto procuratore Nicola Cerrato dissequestra il film dichiarando illegittimo l’intervento del pretore, contro il quale, il 13 ottobre del 1978, si apre un procedimento penale per il reato di abuso di atti d’ufficio.
Alfredo Traversa per raccontare questo ultimo sequestro  sceglie il punto di vista del ricordo personale del personaggio che porta in scena.
Giovane alle prese con l’amore mercenario di una prostituta, Traversa racconta al pubblico di avere notato nella libreria della donna il libro Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione, morte scritto da Laura Betti e scopre che il film era stato sequestrato propio in un cinema della sua città natale. Nasce un legame indissolubile con Pasolini durato una vita. Traversa da allora ha incontrato  tutta una serie   di coincidenze: Laura Trombetti in arte Laura Betti  debutta nella rivista I saltimbanchi, con il pugliese Walter Annicchiarico in arte Walter Chiari; la prima canzone incisa da Betti è Seguendo la flotta (su testo di Arbasino e musiche di Carpi) che inizia con Ossigenarsi a Taranto è stato il primo errore. La stessa Taranto, che aveva visto un giovane Pasolini concorrere a  un premio di poesia  presieduto da Giuseppe Ungaretti, è città dove Pasolini fece il bagno proprio dove ora sono gli stabilimenti dell’ex Ilva.

Lo spettacolo, squisitamente teatrale, tratto dal suo libro omonimo pubblicato nel 2015 per i tipi della Pubblicazioni Italiane di Treviso, gioca sfondando sin da subito la quarta parete. Traversa si rivolge al pubblico evocando, raccontando, imbastendo delle scene e delle controscene che spesso aggiungono un sottotesto.  A sostenerlo, coadiuvarlo, raggiungendolo e, a volte, superandolo in bravura,Tiziana Risolo che restituisce  tutta la verve del teatro cabaret quando interpreta la prostituta che possiede il libro di Laura Betti,    quando commenta con l’espressione del volto il racconto di Traversa ironizzando sulla sua passione per le donne (che sono sempre il primo motore delle scoperte-coincidenze sui trascorsi di Pasolini nella sua amata Puglia). Risolo è splendida interprete del brano Seguendo la flotta, magnifica ingenua quando Traversa discetta di pizze sequestrate, e lei  appronta, a mo’ di commento, una pizza alimentare che poi mangia di nascosto quando si rende conto dell’equivoco. Risolo è attenta censora del testo di Traversa, così quando questi, commentando la reazione dell’Osservatore Romano, che plaudiva al sequestro del film di Pasolini, non comprendone il senso chiede di ripetere (Traversa ha appena detto  L’Osservatore Romano si dichiara felice per quello che è accaduto a Grottaglie grazie all’Evangelista e al Budda: si scopre che non si tratta delle figure religiose ma del nome del magistrato e del cognome del maresciallo dei carabinieri….)
Traversa e Risolo imbastiscono un discorso sempre in bilico tra il dissacratorio, l’ironia e l’autoironia come quando Traversa annuncia l’ultima foto di Pasolini e, Risolo commenta Oh no.  Traversa si denuda e incarna l’ultima foto di Pasolini, quella scattata da Pedriali a Sabaudia, per la quale Pasolini si spogliò nudo.
Tra la pellicola usata per legare Traversa, la tromba suonata da Risolo quando Traversa presenta Laura Trombetti, il pitale dal quale Risolo mangia golosa, intingendoci il dito, quella cacca che tanto fece scalpore nelle scene di Salò e Traversa vuol mangiarne anche lui e Risolo gli nasconde golosa il pintale (se possiamo aggiungere noi una coincidenza il 1977 è anche l’anno in cui Mina canta Ma che bontà nella quale alla fine si fa riferimento al …marrone alimento) L’ultimo Pasolini è prima di tutto un omaggio al teatro, quello che oggi si pratica sempre di meno, perchè il teatro quello vero non lo si può improvvisare soprattutto quando alla parola si affianca un racconto fatto di gesti, di postura, di fisicità,  di attrezzi di scena messi in bella vista quando il pubblico sta ancora prendendo posto.
Un teatro fatto di precisione nella recitazione, nei movimenti, nel sottotesto, un teatro arguto, leggero, divertente e divertito che però non indugia  mai nell’oblio. Così Traversa tra battute ammiccamenti legge la descrizione medica delle condizioni in cui è stato trovato il cadavere di Pasolini restituendo tutta l’atroce follia di un omicidio  perpetrato con indicibile violenza (ne ricordiamo solamente il cuore esploso…) una vera e propria doccia fredda per uno spettacolo che si districa con ironia nelle pastoie di un paese omofobo e fascista (oggi più di ieri) che ha osteggiato in tutti i modi possibili il genio di un personaggio fuori dalle righe – e omosessuale – come Pasolini.

L’ultimo Pasolini che ha come sottotitolo Salò Kabarett è uno spettacolo che fa bene al pubblico che cha la fortuna di assistervi, per tanti motivi.
Intanto perchè incuriosisce e induce a documentarsi (l’umiltà di Traversa lo fa invitare il pubblico leggere il libro di Betti non il suo…), a godere di uno spettacolo squisitamente teatrale, che, nell’orgia di eventi dedicati a Pasolini, si distingue per la sua specificità teatrale, un teatro di memoria, civile, politico (nel senso migliore di vita nella polis…) molto distante da altri eventi improvvisati, o che devono nutrire l’ego di chi li interpreta.
L’ultimo Pasolini  è uno spettacolo che diverte, fa sorridere e ridere in maniera sobria, intelligente e che chiede al pubblico una certa complicità testuale come l’accenno all’ultima fotografia che se si ignora l’esistenza delle foto di nudo di Pasolini fatte da Pedriali non si comprende l’ironia di quel oh no che Risolo si lascia scappare.
L’ultimo Pasolini è uno degli spettacoli migliori che abbiamo avuto la fortuna di vedere nell’ultimo anno e oltre. Dopo lo spettacolo Traversa e Risoli hanno dialogato col pubblico per discutere di quanto aveva appena visto (come si faceva  negli anni 70) confermando ancora l’impressione di aver assistito a uno spettacolo di teatro ad alta densità, alta intensità, un teatro civile, politico e vero, verissimo, oggi più che mai raro e prezioso.

L’ultimo Pasolini – Salò Kabarett

di e con

Alfredo Traversa e Tiziana Risolo

Visto per voi al teatro di Documenti di Roma il 9 novembre 2025

(16 novembre 2025)

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