di Andrea Mauri
Nel foyer del Teatro Vascello di Roma c’è aria di sorpresa. Aspettiamo che si faccia sala e rispetto ad altri spettacoli, quando si entra un po’ per volta, siamo ammassati dietro al cordone che ci separa dalla platea. Quando finalmente possiamo entrare, in sala troviamo la sorpresa che si respirava nell’aria: sei performer si allenano, si scaldano in un’atmosfera nebbiosa e in una agorà di legno dove si potrà sedere il pubblico. I performer sono vestiti di rosso e ciò che attira l’attenzione è la loro capigliatura stretta in un’acconciatura a chignon nella quale è incastrato un anello di ferro.
Musica lenta e trascinante accompagna le luci che si abbassano. Inizia così Mystica, la nuova creazione di MovedByMatter e Muziektheater Transparant, diretta da Kasper Vandenberghe, nell’ambito del Romaeuropa Festival. Un viaggio tra misticismo e musica. Un esperimento molto riuscito e di grande impatto, seguendo l’idea di mettere in scena i testi di otto donne mistiche – cristiane, sufi, taoiste, indù – dall’VIII al XVI secolo, accompagnati dalla musica polifonica medievaleggiante di Timo Tembuyser. Testi che puntano alla ricerca del divino o semplicemente a un modo diverso di essere al mondo. Parole recitate e cantate dai sei performer, che a turno si agganciano dei moschettoni a quel famoso anello tra i capelli e vengono sollevati con funi e carrucole per esibirsi in acrobazie sospese. Il linguaggio del circo si fonde con quello del teatro musicale alla riscoperta di una corrente mistica perduta.
Lo spazio scenico condiviso tra pubblico e performer diventa così luogo di trasformazione. Prende vita un rito collettivo di decelerazione dei ritmi che ci assillano. La concentrazione punta solo al ritmo lento della musica, al respiro, alla voce pacata. La condizione mistica oscilla fra limite e visione, fra dolore e rivelazione. Un ritmo collettivo appunto, quando il pubblico viene accompagnato a intonare emissioni sonore insieme agli artisti. La sala si riempie di luci, ombre e suoni che sottolineano le oscillazioni, le rotazioni vorticose su sé stessi dei tre sospesi nell’aria. I testi mistici richiamano in un certo senso il ruotare dei sufi alla ricerca di una quiete interiore. Non è evasione, ma un esercizio di intima percezione.
I capelli diventano una linea di connessione tra cielo e terra, tra umano e divino, tra sé e l’altro. Restiamo ipnotizzati dall’intreccio di musica, suoni, voci. Ci abbandoniamo a una disconnessione dalla realtà e gli stessi artisti ci invitano a questa forma particolare di resistenza. Tutti, nessuno escluso, siamo coinvolti in tale rito di passaggio e ci sorprendiamo ancora di più di come tutto ciò possa accadere in uno spazio scenico molto limitato. Peccato per i testi mistici – nota del tutto personale – recitati in inglese, che non mi ha permesso di goderne appieno della potenza comunicativa.
Comunque, il paesaggio corporeo e sonoro creato in Mystica è di tale forza da lasciare tracce nelle nostre anime scomposte dalla vita. Una boccata di ossigeno, un punto di riferimento per ogni volta che procediamo disorientati lungo il cammino.

Mystica
Ideazione e Direzione: Kasper Vandenberghe
Assistente alla regia: Leire Froufe Vigara
Drammaturgia e testo: Elisa Demarré
Composizione e Direzione musicale: Timo Tembuyser
Composizione per Basso e Sound design: Jens Bouttery
Acrobate specializzate nella sospensione dai capelli: Lia Vilão, Nur Cimenci, Marta Camuffi
Coro: Marthe Koning, Oonagh Jacobs, Timo Tembuyser
Allenatore per la sospensione dai capelli e coreografia: Ingrid Esperanza
Scenografia e Disegno luci: Peter Quasters
Costumi: Tina Heylen
Consulenza per il montaggio: Joppe Wouters
Attrezzista: Soo Mee Beyers
Tecnica: Bart Celis, Bert Demeulenaere
Tecnico del suono e dei sistemi per il live: Laurens Ingels
Visto per voi al Teatro Vascello di Roma il 7 novembre 2025.
(10 novembre 2025)
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