Piradelliana 2025 – Il giuoco delle parti: una regia un po’ invasiva

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di Alessandro Paesano

Eliminato: Ed eccoci come ogni estate  a parlare di Pirandelliana, la manifestazione organizzata dalla Compagnia Teatrale La bottega delle maschere, diretta da Marcello Amici, dedicata al teatro di Luigi Pirandello, giunta alla sua XXIX edizione, ospitata nel suggestivo giardino  della Basilica di San Bonifacio e Sant’Alessio all’Aventino.

La prima commedia cui abbiamo assistito quest’estate è Il Giuoco delle parti, scritta da Pirandello tra il luglio e il settembre 1918 e portata in scena per la prima volta il 6 dicembre 1918 al Teatro Quirino di Roma per la Compagnia di Ruggero Ruggeri e Vera Vergani, tratta dalla novella Quando s’è capito il giuoco del 1913.

La commedia vede Leone Gala sposato con Silia, la quale ha una relazione col debole Guido Venanzi. Leone concede a Silia l’amante, mantenendo però una facciata di rispettabilità. Per far tacere i propri sentimenti feriti Leone assume l’atteggiamento del cinico che discetta di filosofia e si dà all’hobby della cucina. Silia, stanca della razionale derisione del marito, desidera la sua morte. Un episodio in cui degli ubriachi confondono la sua casa con quella di una prostituta le offre l’occasione: Silia costringe Leone a un duello con il marchese Migliorati, noto spadaccino,  nel quale è sicura che il marito perderà la vita.
Leone, però, intuisce il piano e accetta di sfidare formalmente l’offensore ma fa in modo che ad affrontare il duello sia Guido, il “vero” marito di Silia, che non si sottrae all’inganno, si batte e perde la vita.  Nonostante la vendetta ben orchestrata, Leone non ne trae soddisfazione ma ne rimane sgomento.
La commedia è un capolavoro di notazioni psicologiche. Silia non è una donna capricciosa come certa critica maschilista vuole, quanto  una donna insoddisfatta dalla vita e, anche, dagli uomini, il marito che non ha lottato per tenersela concedendole l’amante e l’amante che non ha nerbo e si accontenta di vivere una relazione che esiste solamente per la condiscendenza del marito di lei.
Una donna ben consapevole della posizione che le donne hanno nella società dell’epoca: sono, in una carcere! dice al suo amante, [mi ci tiene] questo mio corpo, quando mi dimentico che è di donna, e nossignori, non me ne debbo mai dimenticare, dal modo come tutti mi guardano… come sono fatta… Me ne scordo… chi ci pensa?… guardo… Ed ecco, tutt’a un tratto, certi occhi… Oh Dio! scoppio a ridere, tante volte… Ma già, dico tra me. Davvero, io sono donna, sono donna…

E’ grazie a questa consapevolezza che Silia può usare l’affronto ricevuto (essere scambiata da quattro gentiluomini ubriachi per la prostituta che vive nello stesso pianerottolo) a suo favore pretendendo il duello per riparare l’onore.

Questo aspetto fondamentale viene un po’ messo tra parentesi dalla scelta poco condivisibile di Amici di aver di fatto espunto la scena di concupiscenza dei quattro maschi ubriachi che viene sussunta in un siparietto breve e sui generis nel quale Silia viene molestata da dei personaggi in maschera (come lei stessa entra in scena all’inizio della rappresentazione).

Da un lato, se non si conosce già il testo, si capisce poco di cosa sta succedendo (sarà Silia a spiegarlo al pubblico mentre racconta al marito l’accaduto), dall’altro, l’espunzione della scena cancella tutte le notazioni sociali e psicologiche che Pirandello fa nella scena: uno dei quattro personaggi è un gregario ma no voleva venire; la concupiscenza cameratesca e da branco con cui i quattro chiedono a Silia di spogliarsi l’eccitazione di consumare il rapporto tutti insieme. Elementi che danno respiro alla richiesta di Silia del duello che non è solamente un escamotage per liberarsi del marito ma anche strumento di quel poco di diritti che le donne avevano all’epoca.

Nella versione di Amici Silia muove tutto per i suoi scopi (uccidere il marito) e rimane intonsa dell’offesa ricevuta che – si noti bene – non riguarda certo il fatto che sia stata scambiata per una prostituta  – ma il fatto (come anticipato nel dialogo già riportato) che la donna sia sempre oggetto di concupiscenza maschile senza il suo consenso.

Altro taglio apportato da Amici  è quello del finale che, mentre vede in Pirandello Silia tornare in casa riportando le prime notizie del duello, che prende luogo nel giardino prospiciente, diffondendo  le prime voci della morte di Guido, Amici fa finire la commedia con l’uovo (che è stato elemento scatenante dell’aggressione) che viene servito dal maggiordomo di Leone. Tutto lo sgomento di Leone quando scopre che la sua vendetta non gli porta la soddisfazione che aveva pensato, in Amici lascia il posto alla soddisfazione beffarda per la vendetta portata a termine.

Se  il taglio della  scena dei quattro ubriachi può essere giustificato per motivi di organico (impiegare quattro attori per una sola scena) che per come la risolve Amici, impersonati da attori in maschera, possono essere interpretati dagli stessi attori che interpretato gli altri personaggi, non capiamo quale sia lo scopo nel modificare la chiusa del testo che sacrifica tutto il portato umano dietro la feroce vendetta del marito tradito.

Bravo Fabio Galassi nel ruolo di Barelli, divertente Francesca Di Gaetani nel ruolo della cameriera di Silia Clara,   spassosi Filippo, il cameriere di Leone, detto Socrate, altrettanto convincete Marco Sicari nel ruolo del dottor Spiga e Marco Bellini in quello di Guido Venanzi. Efficace e di grande autorevolezza Eva Scalia nel ruolo di Silia, mentre Amici, un maestro nella recitazione, sacrifica l’umanità di Gala, quella che emerge appunto nel finale, facendone un personaggio filosofeggiante (verbosità per la quale Pirandello riceverà le critiche di Antonio Gramsci) e totalmente arido.

La messinscena è impeccabile e il testo, al di là dei tagli riportati, emerge in tutta la sua dirompenza anche se stavolta i tagli ci sembrano troppo d’autore e poco funzionali alla fruibilità dell’opera.
Senza nulla togliere all’importanza del lavoro svolto dalla compagnia nel portare ogni estate a Roma, da 29 anni, i testi del Maestro con un cura che non conosce sosta.

Lo spettacolo è in scena, in alternanza con altri due, fino alla fine del mese di Luglio.

Il giuoco delle parti di Luigi Pirandello

con Marcello Amici, Eva Scalia, Narco Bellini, Marco Sicari, Assimiliano Mursia, Fabio Galassi, Francesca di Gaetani.

regia di Marcello Amici

Scena e ricerca musiche: Marcello de Lu Vrau – Aiuto regia: Marco Bellizi
Costumi: Felicia Crisan, Licia Ciuco – Disegno luci: Paolo Fortini
Video/foto: Enzo Maniccia – Assistente alla regia: Francesca Di Gaetani
Direzione tecnica: Mauro Ciuco – Direzione artistica: Paola Amici

Visto per voi al giardino della basilica dei santi Bonifacio e Alessio di roma l’11 luglio 2025.

(20 luglio 2025)

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