di Alessandro Paesano
La signora Sandokan è un racconto di Osvaldo Guerrieri, pubblicato una prima volta nel 2004, in una raccolta dal titolo L’ultimo nastro di Beckett e altri travestimenti e poi ripubblicato nel 2017 proprio con il titolo La signora Sandokan. Il profilo di questi testi, come spiega l’autore nella prefazione a quest’ultima edizione, li può fare annoverare tanto nella narrativa quanto nel teatro. A questa seconda possibilità deve aver pensato Francesco Sala quando ha allestito la messinscena del racconto/monologo dedicato a un personaggio davvero esistito (come tutti quelli della raccolta) Aida (Ida) Salgari, moglie di Emilio, l’ultimo dei grandi scrittori romantici dell’ottocento (la definizione non è nostra ma del regista Francesco Sala). Il testo è interessante sia nel mostrarci la personalità di Ida, internata in manicomio dove riceve la notizia del suicidio, atroce, del marito, sia nei retroscena creativi del grande scrittore una volta popolarissimo oggi praticamente dimenticato. Ma quel che deve avere solleticato Sala è la possibilità di mettere in scena un testo che grazie alla sua interprete Viola Pornaro sa risuonare vibrando come una composizione per grande orchestra anche se Pornaro è sola in scena tutto il tempo.
Il primo allestimento risale al 2004 e questa ripresa presentata all’Altrove Teatro Studio è una grande sorpresa per chi non ha avuto la fortuna di vedere l’allestimento di allora.
Il testo presenta Ida Salgari, già da tempo rinchiusa in manicomio, che alterna momenti di presenza lucida, consapevole di se stessa e della sua condizione di internata, a momenti in cui il ricordo di essere la moglie di un uomo celebre, geloso, traditore, con il quale condivideva passioni e letteratura, conoscenza scientifiche e grande potere immaginativo, oltre che un pazzo amore geloso, in un monologo fluido vera propria partitura musicale per ritmo e intenzione delle battute.
Viola Pornaro nel restituire il testo di Guerrieri – al quale Sala impone qualche piccolo taglio sui dettagli dei romanzi di Emilio Salgari, sulle sue conoscenze scientifiche (che erano anche di Ida) a favore di un racconto più personale, più romantico (in senso storico) – dà l’impressione che quelle parole le scaturiscano genuine, vere, all’impronta, e che non derivino invece da un testo scritto e pubblicato.
Pornaro ha dalla sua la maestria nel maneggiare i registri lessicali, l’italiano e il dialetto veneto, mai esagerato mai insistito o calcato ma sempre spontaneo e sincero, leggero, elegante, quasi colto; ha dalla sua la capacità di accedere a diversi registri interpretativi, come quando alterna l’emozione quasi civettuola con cui racconta la dichiarazione d’amore del futuro marito all’ira che le prende alla prima scoperta dei tradimenti dell’uomo, alla complicità con la quale ricorda i momenti in cui aiutava il marito a scrivere.
Pornaro ama il personaggio di Ida a tal punto da indossarlo con orgoglio portandoselo indosso con un estremo atto d’amore che arriva al pubblico colpendolo con una potenza emotiva incontenibile e indimenticabile.
In risposta alla verve di Pornaro Sala si inventa una serie di immagini in tralice, a metà tra il teatro delle ombre e le proiezioni da lanterna magica, che evocano il gusto esotico dei romanzi di Salgari, le navi dei corsari, scaturiti dalla penna di Emilio e, anche, dalla mente di Ida, in un gioco di rimandi che non è mai esornativo ma sostiene l’increspatura emotiva con cui Pornaro interpreta il personaggio nei vari momenti di un racconto che si alterna tra le pieghe di un ricordo ora piano e nostalgico ora quasi lisergico nel suo delirio disperato, merito della penna di Guerrieri, certamente, ma che deve quasi tutto a Pornaro.
A rischio di ripeterci anche questa volta non possiamo non confermare che il motto del cartellone dell’Altrove Teatro Studio solo pezzi di bravura si addica magnificamente a questo spettacolo e alla sua immensa interprete.
LA SIGNORA SANDOKAN
Di Osvaldo Guerrieri
Con Viola Pornaro
Scene Fabiana Di Marco
Luci Pietro Pignotta
Costumi Anna Petrosino
Musiche a cura di NemoPoint
Assistente alla regia Luca Vergoni
Regia Francesco Sala
Visto per voi all’Altrove Teatro Studio di Roma il 14 marzo 2025
(1 aprile 2025)
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