di Andrea Mauri
Behind the light al Teatro Vascello di Roma, è uno spettacolo fortemente autobiografico, nel quale Cristiana Morganti, storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, si racconta attraverso la danza e non solo. La scena è bianca, bianco il pavimento e bianco lo schermo sullo sfondo, insieme a una luce tra il viola e il blu che illumina il teatro ancora vuoto, una poltrona viola di plastica, un microfono su un lato della scena.
Parte una musica ossessiva, disturbante. Morganti entra in scena, saluta il pubblico, chiede se la musica è di gradimento, forse no. Spiega che il pubblico deve essere accompagnato dentro lo spettacolo, accudito. Ma la sua accondiscendenza dura poco, improvvisamente si mette a gridare che si è rotta il cazzo di essere gentile con il pubblico, di venire incontro a gente che non conosce, di assecondare questo mondo di merda.
Ecco la forza ribelle come motore della performance. Da qui in poi parte l’energia della danza, fluida e allo stesso tempo interrotta da una confessione autobiografica, tra denuncia, ironia, autoironia: l’arte di sapersi prendere in giro.
Accompagnato da un collage musicale che spazia da Vivaldi al punk-rock di Peaches, da Giselle di Adolphe Adam alla musica elettronica di Ryoji Ikeda, il corpo di Morganti si sposta con maestria e delicatezza nello spazio, si muove sul fondo del palco, si getta a terra, piroetta, ma è sempre pronto a fermarsi per osservare le sue posizioni, le sue reazioni ai ritmi che cambiano, per mettere in discussione la stessa coreografia, troppo vicina a quella di Pina Bausch, troppo prossima alla maestra, troppo lontana da variazioni e trovate che la performer stessa mette in discussione.
A metà spettacolo, come punto di svolta, Morganti smette di danzare, si siede sulla poltrona, invita gli spettatori a rilassarsi, a dormire se vogliono e poi, sedendosi per terra, chiede al pubblico se ci sono delle domande. Qualche curiosità arriva timida, in effetti non sembra quella l’occasione adatta per aprire un dibattito; gli spettatori sono disorientati, non sanno bene come reagire, ma alla fine si rilassano e lo spettacolo di danza sembra prendere un’altra direzione. Oltre alla danza sulla scena, la performance è accompagnata dai video di Connie Prantera, in cui Morganti appare quasi grottesca nell’affrontare i problemi quotidiani e finisce in un bosco a urlare a squarciagola con un’andatura ritmica e basculante, in preda a un delirio che potremmo definire artistico. Tutto è un miscuglio di parlare e danzare, la coreografia si mescola alla voce della performer, il corpo segue il ritmo del parlato, ancora una volta stili e movimenti si scambiano in un grande e ironico guazzabuglio che aggancia il sorriso sulla bocca e non l’abbandona più.
Insieme a Morganti ci sentiamo in continua mutazione, assistiamo allo scorrere sulla scena della verità e della finzione, ogni certezza viene meno. In fondo lei vuole dirci nient’altro che Behind the Light non va spiegato, ma goduto come una vita in viaggio.

BEHIND THE LIGHT uno spettacolo ironico di teatro danza, canto e video proiezioni
coreografia, drammaturgia e interpretazione Cristiana Morganti
regia Cristiana Morganti e Gloria Paris
disegno luci Laurent P. Berger
audio/video Giovanni Ghezzi
una produzione Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale in coproduzione con Fondazione I Teatri – Reggio Emilia, Théâtre de la Ville – Paris
Visto per voi al Teatro Vascello, Roma, il 21 marzo 2025.
(25 marzo 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata