Terapia intensiva (beata ignoranza) per una rianimazione collettiva, al Teatro de’ Servi

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di Andrea Mauri

Ha fatto tappa a Roma al Teatro de’ Servi, Terapia intensiva – Beata ignoranza di Chiara Becchimanzi, stand up comedy della trilogia che l’attrice, autrice, regista, romanziera, attivista, progettista culturale, imprenditrice, speaker radiofonica e chi più ne ha più ne metta sta portando nei teatri e nelle piazze d’Italia. Le altre puntate della trilogia sono Terapia di gruppo (flusso di coscienza inarrestabile e interattivo per decostruire gli stereotipi che sostengono le nostre vite e condividere i nostri disastri emotivi) e Terapia d’urto – Dio, Patria e Famiglia (nel quale si scaglia in maniera violentemente esilarante contro tutto ciò in cui crediamo di credere, perché forse una “terapia d’urto” può salvarci dall’autodistruzione o può aiutarci ad accettarla); quindi, dopo l’elevata esposizione all’energia di Chiara Becchimanzi, è necessaria una terapia intensiva nel tentativo di una rianimazione collettiva.

Rianimazione da cosa? Dalla beata ignoranza del sottotitolo dello spettacolo. Beata ignoranza, malattia subdola perché chi ne è affetto non presenta sintomi e nemmeno si accorge di esserne prigioniero. Potrebbe essere la via di uscita a una vita complicata; in fondo gli ignoranti procedono nelle loro esistenze senza ostacoli apparenti, e soprattutto senza dubbi. Però, come si fa a vivere senza dubbi? Chiara Becchimanzi si interroga proprio su questo in quasi due ore di stand up. Come liberarsi dei fastidiosi interrogativi che ci consumano energie e ci fanno perdere un sacco di tempo?

In un interessante mix di teatro colto e teatro urbano, l’attrice ci sommerge di riflessioni attraverso un racconto fiume, tratto da episodi personali o presunti tali, verità e finzione che si confondono nelle storie al centro dello spettacolo. Beato chi non sa o non vuol sapere, ci dice Chiara Becchimanzi, ma beati noi che sappiamo ridere dei fatti tristi e assurdi della storia italiana, e dei comportamenti che sfiorano la follia di noi esseri umani, forse perché appartengono a tutti.

Sono due ore di decostruzione dei luoghi comuni su famiglia, sesso, politica, relazioni. Ma soprattutto di riflessione sui meccanismi che producono odio a tutto campo; riflettere per identificarli, riconoscerli e neutralizzarli. È interessante l’accostamento che Chiara Becchimanzi fa tra drammaturgia e studio della psiche, uno stand up comedy come psicoterapia. In fondo, partecipare a un rito collettivo, rompere la quarta parete, ridere insieme dei disastri che accomunano la nostra storia, aiuta a trovare una via d’uscita.

Ma, attenzione. La beata ignoranza, fulcro dello spettacolo, è sempre in agguato. L’attrice lo sa bene e non lascia lo spettatore nella posizione comoda della poltrona. Lo punzecchia continuamente. Con citazioni colte, da Dostoevskij a Kierkegaard, passando per Socrate e gli altri filosofi greci. Anche noi ci sentiamo beati ignoranti, quando non capiamo i riferimenti sottili nel monologo di Chiara Becchimanzi, ma proprio qui sta l’arguzia: farci sentire a disagio nella nostra presunta superiorità.

In un mondo che ci vuole dividere in nicchie, appiattite negli interessi e nelle competenze, Chiara Becchimanzi rivendica fortemente il diritto alla complessità e ad essere tante cose tutte insieme, fuggendo le categorizzazioni.

Terapia intensiva – Beata ignoranza
di e con Chiara Becchimanzi

Visto per voi al Teatro de’ Servi l’11 marzo 2025.

 

 

(12 marzo 2025)

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