di Alessandro Paesano
Esagerate! di Cinzia Spanò con la collaborazione di Paola Giglio è uno spettacolo di rara intelligenza. Per parlare del tema imprescindibile della disparità di genere e di come lavorare, lottare e protestare per cancellarne il nefasto divario, Spanò non si rifà ai diritti civili, alla necessità ideologica, di principio di uguaglianza, magari citando il solito articolo tre della nostra Costituzione.
Non lo fa insomma, dal versante della militanza, per la quale le donne (ma vale per qualunque altra militanza) vengono accusate di essere di parte, monotematiche e, appunto, esagerate. No. Spanò lo fa dal versante scientifico dei numeri, delle statistiche, dei dati di fatto e, con un approccio umoristico, ironico, spigliato, riesce a trasformare una lecture precisa e puntuale, in uno spettacolo indimenticabile dal quale si esce accresciute e accresciuti con tanta voglia di studiare, approfondire ed esagerare.
Vestita di Rosa, secondo uno dei classici codici colore basati sugli stereotipi di genere, muovendosi concitatamente sul palco (forse un po’ troppo, a tratti è quasi un elemento di distrazione) Spanò parte dalle differenze di genere ma non quelle etiche, filosofiche, psicologiche o politiche, quale dei numeri piuttosto, delle misure, delle cifre e dell’anatomia. A cominciare dalla medicina di genere che individua nelle donne sintomatologie diverse per gli stessi problemi medici (se non patologie specifiche e uniche) come i sintomi dell’infarto che nelle donne sono diversi dal dolore al braccio o dal fastidio al petto maschili, ma possono presentarsi come bruciore di stomaco o dolore al collo, sintomi difficili da riconoscere soprattutto se i cardiologi e le cardiologhe non hanno la giusta preparazione e li minimizzano come elementi psicosomatici femminili, riconducendoli sempre al vissuto sentimentale della povera malcapitata paziente.
Spanò esordisce avvertendo che userà per tutto lo spettacolo il femminile inclusivo o sovraesteso, capovolgendo così la consuetudine che vuole i sostantivi che si riferiscono alle persone al maschile plurale, validi anche per le donne, sottintendendole.
Spanò sa che l’argomento è complicato, quasi un vaso di Pandora (perchè a volte le soluzioni per includere sono peggiori del sessismo di certe consuetudini radicate nella lingua) e non cade (quasi) mai nelle trappole di una grammatica che obbliga sempre l’accordo di genere tra tutte le parti variabili del discorso. Le sfugge giusto qualche aggettivo tipo i giornalisti maschi che è una inutile specificazione visto che i giornalisti femmine sono giornaliste. Ma questa piccola scivolata non inficia l’approccio approntato durante lo spettacolo per una lingua inclusiva e non sessista.
Durante l’ora e trenta di spettacolo (che vola) Spanò propone una disanima durante la quale capovolge stereotipi e luoghi comuni, per cui il motto sessista donna al volante pericolo costante è trasformato nell’affermazione donna al volante È in pericolo costante infatti le donne al volante corrono più rischi di farsi male se rimangono coinvolte in incidenti degli uomini perchè i dispositivi di sicurezza sono commisurati all’anatomia maschile (le donne, mediamente più basse degli uomini, devono spostare i sedili più vicini al volante per aggiungere i pedali…).
La genialità del testo sta nella capacità di condurci di ragionamento in ragionamento, di dato in dato, grazie anche alle illustrazioni videoproiettate di Ginevra Rapisardi, a una serie di argomentazioni con le quali difendersi dalle critiche di chi vuole le donne esagerate.
Durante lo spettacolo si ride, anche tanto, ma sono sempre risate a denti stretti perchè accorgersi che tutta una serie di pregiudizi si insinuano anche là dove tutti e tutte giurano non ce ne siano dà il capogiro.
È il caso della New York Philharmonic che ha dovuto iniziare a fare le blind audition (cioè audizioni cieche, senza vedere l’aspetto della persona che suonava, così da non lasciarsi influenzare dal fatto che fosse un uomo o una donna) per iniziare ad avere musiciste nell’organico altrimenti, inconsapevolmente, si sceglievano uomini perchè inconsciamente considerati più bravi.
Spanò non si limita a analizzare le statistiche che dimostrano incontrovertibilmente la disparità di genere. Analizza anche la narrazione con la quale uomini e donne si immaginano lo spazio che spetta loro nel mondo, a iniziare dalle fiabe nelle quali alle donne vien insegnato a stare al loro posto, di non provocare, non rischiare, definendo ruoli e aspettative, giustificando qualunque discriminazione e violenza.
Uno dei tanti pregi dello spettacolo è di non far sentire in colpa solamente gli uomini anche le donne sono vittime degli stessi pregiudizi maschili e la lotta alla disparità di genere è una lotta da fare insieme.
Per questo lo spettacolo viene presentato come un corso di esageranza (magnifico neologismo) rivolto a tutto il pubblico al quale Spanò, alla fine della serata, offre un attestato di esageranza per iniziare a mettere in discussione pregiudizi e stereotipi ed esagerare reagendo a ogni disparità.
Esagerate! è uno spettacolo necessario soprattutto nell’Italia maschilista e sessista di oggi che andrebbe portato non solamente in tutte le scuole, ma anche nelle università e nei luoghi di lavoro, perchè attraverso la risata Spanò ci fornisce una serie di strumenti critici attraverso i quali raggiungere una nuova consapevolezza che diventa. subito irrinunciabile.
Esagerate!
Più che un aggettivo un’esortazione
di e con Cinzia Spanò
collaborazione alla drammaturgia Paola Giglio
Visto per voi al teatro di Villa Torlonia il 3 dicembre 2024
(8 dicembre 2024)
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