Pirandelliana di Marcello Amici: ed è subito teatro

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di Alessandro Paseano

È quel periodo dell’anno in cui col caldo, torna il teatro di Pirandello al Giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino, nella capitale romana. Con la rassegna Pirandelliana, per il 28mo anno, Marcello Amici offre  l’occasione per vedere le commedie di Pirandello in una versione classica: nessuna rilettura straniante, nessun ammodernamento, nessun azzardo esegetico, quello di Amici è un atto d’amore duplice: per il teatro e per Pirandello.
Pirandelliana, dopo l’esperimento dello scorso anno che ha visto portare in scena tutti gli atti unici di Pirandelo, torna alla formula classica  proponendo, a serate alterne, due testi, per un intero mese, dal 4 luglio al 4 agosto. 

La prima commedia cui abbiamo assistito è Così è (e vi pare) scritta tra marzo e aprile del 1917 e portata in scena per la prima volta al Teatro Olimpia di Milano per la Compagnia Virgilio Talli, il 18 giugno 1918.

La commedia, in tre atti,  è tratta dalla novella La Signora Frola e il Signor Ponza suo genero scritta nello stesso anno, ed è celebre per essere una commedia a tesi (Pirandello la definì una commedia- parabola) nella quale (di)mostra come non esiste una verità sola ma che ci sono diverse verità, a seconda di chi guarda. 

La commedia è incentrata intorno al mistero del signor Ponza e della signora Frola, sua suocera, e al rapporto che hanno con la moglie di Ponza, figlia (forse) della signora Frola che il marito tiene segregata in casa evitando alla suocera di vederla. Perchè? Per la signora Frola è un sentimento del genero che vuole l’amore della figlia tutta per sé. Per il signor Ponza è  una tutela necessaria della ragazza che non è la figlia di Frola, morta in un terribile terremoto, bensì la sua seconda moglie, che la signora Frola si illude essere la sua figlia morta.
Nei tre atti della commedia queste due spiegazioni subiscono delle variazioni, tra colpi di scena, capovolgimenti di senso, e nemmeno il confronto con la signora Ponza svela l’arcano: Io sono colei che mi si crede afferma la giovane, senza contraddire marito né madre (forse).

La commedia è un capolavoro di stile e di scrittura, tutta cesellata da tratti grotteschi, che ritrae con compiaciuta crudeltà la borghesia della provincia siciliana affondando a piene mani nella poetica Pirandelliana con una esemplarità logico filosofica più comprensibile e condivisibile che in altre commedie.

Quel che chi scrive trova molto interessante in questa commedia sono altri temi, presenti ma trascurati dalla esegesi ufficiale, che preferisce concentrarsi sulla questione di avere una verità data, certa e unica. Questi temi sono la curiosità morbosa della borghesia di provincia siciliana, i soprusi dei funzionari pubblici (la commedia si svolge a casa di un funzionario che lavora per la prefettura), l’etica borghese che trova normale che una giovane donna sia segregata in casa (così dice per esempio il prefetto), e una certa etica che commisura le reazioni umane a un unico comportamento codificato (imponendo un unico modo nel mostrare il cordoglio in seguito a u grave lutto, per esempio). Questi aspetti umanissimi non vengono vagliati dai personaggi della commedia tuttu concentrati come sono nella fissazione pettegola di capire chi tra la signora Frola e il signor Ponza spetti la corona della pazzia. E qui dobbiamo fermarci in queste nostre note sul testo pirandelliano.

La messinscena di Amici è rispettosa, brillante e pienamente riuscita.
Amici si permette qualche taglio, come vedremo, e un’incipit diverso da quello originale. È Amici stesso, nei panini Laudesi, il fratello della padrona di casa, che introduce da subito l’argomento della commedia, il dilemma sulla pazzia dei due personaggi, presa dall’incipit della novella, mentre la commedia inizia con l’allusione a una situazione  che il pubblico deve aspettare qualche minuto prima di cogliere nella sua interezza. Amici sa che il pubblcio di oggi ha meno pazienza del pubblico pirandelliano e preferisce mettere subito le carte in tavola. Una cortesia per il pubblico comprensibile e condivisibile.

Amici alleggerisce qualche elemento della trama, semplificando alcuni elementi del secondo e terzo atto, che unisce in un atto unico. Interessanti alcune soluzioni regia, come quando Pirandello prevede che si sentano i tafferugli di un’altra stanza (con un effetto meramente sonoro) e Amici risolve la scena facenedo vedere l’altra stanza al di l di un velatino opportumente illuminato (rispettosissimo della filologia pirandelliana visto che Pirandello ha usato il velatino in altre sue commedie). Tagli e omissioni che contribuendo  alla fruizione della commedia, con una regia che insiste appena un po’ sul lato farsesco (geniale l’idea di mostrare l’irregimentazione dei personaggi femminili da parte di quelli maschili facendo muovere le signore con i passi marziali) senza snaturare le intenzioni di Pirandello.

Azzecatissimi gli attori, a cominciare da Gabriele Casali che interpreta il signor Sirelli (che Pirandello nelle didascalie descrive  impomatato, con pretese d’eleganza,) con quella stizza nella bocca, alternando il sorriso a una smorfia nervosa,  che corrisponde a un preciso tipo psicologico (e rimane sempre in personaggio, in tantissimi controscena, sì lo abbiamo controllato).
Molto bravo anche  Maurizio Sparano convincentissimo signor Agazzi, padrone di casa ossequioso e autoritario,   mentre Marco Sicari è un  commissario Centuri classico italiota, autoritario coi sottoposti e …sottoposto coi superiori mentre Marco Bellizi interpreta il signor Ponza con tutto il tormento interno di un uomo che si può credere pazzo oppure intento a tutelare la serenità altrui.
Amici, che abbiamo già detto è un meraviglioso Laudisi, il personaaggio che nella commedia, mentre mette in dubbio l’esistenza di una verità precostituita, granitica e unica è l’unico a mostrarsi sensibile al to umnao delle vicissitudini di Ponza e Frola.
Amici  si riduce la parte ma rimane il motore primo dal quale tutta la commedia scaturisce.
Peccato solamente per il monologo con il se stesso riflesso nello specchio che Amici sostituisce con una sagoma al di là del velatino lasciando intendere un doppio che non è quello concreto, fisico e ottico dell’immagine riflessa  (quella che lui vede di se steso, come viene visto dalle altre persone e non come lui si crede di essere) come in Pirandello ma un quello di un alter ego di più ampio respiro ma anche un poco più generico (ma questa nostra nota critica nulla toglie alla sua bravura). 

Anche dal versante femminle (quello numericamente più cospicuo) la qualità della recitazione è molto alta, a cominciare da Tiziana Narciso che è una splendida signora Agazzi e Alice Zanini, che interpreta sia, Dina la figlia degli Agazzi che la giovane signora Ponza.

Divertite e divertenti sono Emilia Guariglia, Beatrice Picariello e Francesca Di Gaetani (nei ruoli di signore della borghesia locale, curiose e pettegole) mentre Lucilla di Pasquale è una piacevole sorpresa nel ruolo della prefetta, là dove Pirandello aveva pensato, dati i tempi, a un uomo, (ricordiamo che le donne nel 1917 non potevano accedere ad alcuna carica pubblica né potevano tantomeno votare).

Non si dispiacciano le altre se spendiamo qualche compimento in più per la misuratissima Ester Albano che infonde di rara umanità il personaggio della signora Frola rendendo credibili le diverse giustificazioni, tra loro contraddittorie, che propone per spiegare il comportamento del genero della (forse) figlia.

Lo spettacolo è in scena fino al 4 di agosto. Fatevi un regalo e andate a vederlo.

Così è (se vi pare)
di Luigi Pirandello
con la Compagnia teatrale

LA BOTTEGA DELLE MASCHERE
Scene, disegno luci e ricerca musicale – Marcello de Lu Vrau
Costumi – Livia Ciuco, Gianfranco Giannandrea

Assistente alla regia – Francesca Di Gaetani
Direzione tecnica – Roberto Di Carlo
Regia di Marcello Amici

 

Visto per voi al al Giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino il 12 luglio 2024.

 

 

(14 luglio 2024)

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