Asti, Teatro Alfieri #Inscena “Rosalyn” con Alessandra Faiella e Marina Massironi

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foto: Marina Alessi

di Gaiaitalia.com #Asti twitter@gaiaitaliacomlo #Teatro

 

 

Nel corso della presentazione del suo libro a Toronto in Canada, Esther (Alessandra Faiella), una scrittrice americana, conosce Rosalyn (Marina Massironi), la donna delle pulizie della sala conferenze. Il libro insegna a liberare la vera natura del sé, e Rosalyn ne è ammirata e sconvolta. Vuole leggerlo subito, e si offre, il giorno dopo, di portare la scrittrice a vedere la città.

Dopo la visita ritroviamo le due donne in un prato in periferia. Qui Rosalyn rivela ad Esther la storia del suo amore per un uomo bugiardo e perverso, che le fa continue violenze fisiche e psicologiche. Lui ha famiglia e la relazione con Rosalyn è clandestina. La sera prima, quando lei è tornata in ritardo dal lavoro per aver seguito la conferenza della scrittrice, l’uomo infuriato l’ha picchiata e ferita. Esther sbotta: un uomo del genere è da ammazzare. Infatti –  dice Rosalyn – è nel bagagliaio.

Questo il folgorante avvio della nuova commedia noir di Edoardo Erba. Che continua con un pressante interrogatorio di polizia, dove Esther racconta della sua attrazione per Rosalyn. E la storia diventa torbida, i contorni si fanno sfumati.

Una commedia dove non tutto è come sembra, dove i dettagli fanno la differenza, dove una penna stilografica d’oro –forse di proprietà della scrittrice- ritrovata sul corpo dell’assassinato apre orizzonti nuovi e confonde ulteriormente le acque, già piuttosto torbide all’inizio della storia.

Uno spettacolo che mantiene toni comici nonostante il soggetto del racconto, grazie alle due attrici in scena: Alessandra Faiella è la famosa scrittrice americana di mezza età, in apparenza  sicura di sé ma in realtà con parecchie fragilità nascoste manifestate attraverso uno spocchioso egocentrismo. Marina Massironi è Rosalyn, la donna delle pulizie, creatura debole, insicura, facilmente manipolabile ma che rivelerà nel dispiegarsi della storia un carattere diverso.

La tessitura drammatica di Edoardo Erba,  costruita come un incrocio tra la black comedy e il giallo psicologico, conduce a ragionare su un’immagine di società americana dove la condizione di vita in solitudine può provocare guasti psichici difficilmente rimediabili.

Una riflessione applicabile ai paesi civilizzati della società moderna i cui abitanti vivono una vita che non è quella che avrebbero desiderato e che può portare  ad esiti imprevedibili che la regista Serena Sinigaglia asseconda in virtù anche di una evidente e dichiarata passione per il genere giallo.

 





(15 gennaio 2018)

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