di Redazione
Un amore giovane e profondo, che travolge gli schemi della società: è quello che lega Hugo, rampollo dell’alta borghesia e Toni, ragazza di bassa estrazione. È quello da cui nasce Franz, per quattro anni tenuto nascosto alla famiglia di lui. Improvvisamente però Hugo ha un incidente e, in fin di vita, chiede alla famiglia di accogliere il figlio e la donna. La famiglia affronta lo scandalo, crede di poterne reggere i contraccolpi: Toni e il bimbo entrano nella ricca casa dei Losatti circondati d’affetto, tanto che la giovane inizia a immaginare una nuova vita. Ma in breve la presenza estranea inizia a suscitare insofferenza: si allontanano gli amici e muta il peso della famiglia in società; la vigliaccheria e la volgarità di quell’ambiente dorato prendono il sopravvento e nulla riesce a fermare la sottile violenza delle convenzioni sociali. Il sospetto, l’esclusione e il rifiuto per l’altro sono armi taglienti che mietono vittime. È dunque antesignana e ancora incisiva la denuncia di Schnitzler, cui Franco Però restituisce respiro e intensità in uno spettacolo avvincente, che si avvale di un’ottima compagnia d’interpreti, capitanati da Franco Castellano e Stefania Rocca, nomi di primo piano nel cinema e nel teatro contemporanei (dalla pagina web di Elfo Puccini).
costumi di Andrea Viotti
(14 febbraio 2017)
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