Uno spettacolo, che è anche un po’ concerto. Un gioiello andato in scena all’Argot Studio di Roma, Tony Pagoda con Iaia Forte e la partecipazione di Anita Fiorello, tratto dall’opera di Paolo Sorrentino, prodotto da Argot Produzioni in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito.
La scena è semplice: un cubo di plastica trasparente, un leggio e in fondo a tutto la scritta luminosa tonyp. Iaia Forte in abiti maschili interpreta il famoso cantante napoletano di night club, giunto all’apice della carriera, in attesa di esibirsi a New York nella mitica sala del Radio City Music Hall alla presenza dell’altrettanto mitico Frank Sinatra.
Tony Pagoda è un uomo fragile e smisurato, protagonista di un’odissea emotiva sospesa tra successo, disincanto e nostalgia. Il concerto è l’occasione per lui di ripercorre la sua vita, ripensare alle scelte, fare un bilancio sulla carriera. Così, tra alcol, cocaina e romanticismo, riaffiorano ricordi, amori e disillusioni, in un flusso di coscienza ironico e struggente che alterna cinismo e tenerezza.
Iaia Forte, assolutamente credibile in panni maschili, attraversa lo spazio scenico con piglio da star, ora con lentezza, ora saltellando da un lato all’altro, lasciandosi condurre dall’ansia di prestazione che attanaglia il cantante prima della prova definitiva della sua arte.
Tony Pagoda è un uomo che si è sempre sentito fuori posto. Anela al successo nell’America degli anni ‘50, ma non riesce a fare a meno della sua dipendenza per la cocaina e le prostituite. Sono la sua ragione di vita, rappresentano quel luogo sicuro dove rifugiarsi quando la certezza di essere qualcuno al mondo vacilla. Pagoda è infatti un antieroe che canta l’amore e la sconfitta, la gloria e la malinconia, con una lucidità disperata e irresistibile.
Dalle quinte appare Anita Fiorello a incarnare le tante donne che il cantante ha posseduto. L’accompagnano al culmine della sua arte, ma nemmeno nel camerino di uno dei teatri americani più famosi, Pagoda rinuncia all’alcol e alla droga. A questo punto, le parole di Iaia Forte diventano canzoni sulle note di Pasquale Catalano e Peppino Di Capri e noi del pubblico sentiamo di stare a New York a quel famoso concerto: forse seduto tra di noi c’è proprio The Voice. Due pezzi struggenti e romantici riempiono la sala e sarà per l’effetto dello scioglimento delle emozioni che Tony Pagoda si lascia andare ai ricordi, che vuole condividere con gli amici e il pubblico.
L’abilità di Iaia Forte sta anche nel passare con disinvoltura da un registro di prosa al testo cantato. L’attrice, che aveva già portato in scena nel 2014 una prima versione dello spettacolo da lei anche diretto, ne esplora oggi le risonanze più intime e universali. «Questo cantante cocainomane, disperato e vitale, è una creatura così oltre i generi che può essere, a mio avviso, incarnato anche da una donna. Mi piace immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un’anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito ad un’armonia perduta», spiega Forte. Le canzoni quindi si mescolano ai ricordi di Tony Pagoda, alle avventure e disavventure, al disagio di non appartenere al mondo dei lustrini e all’attrazione per il mondo degli ultimi, da sfruttare grazie alla sua celebrità, ma che invece saranno loro a usare lui e la sua ricchezza.
Pagoda è un antieroe che canta l’amore e la sconfitta, la gloria e la malinconia, con una lucidità disperata e irresistibile. La sua è una storia di ambizione, di ricerca di scalare vette irraggiungibili, di trovare un posto nel mondo. Però, dopo la parentesi americana, Tony Pagoda torna in Italia, ai concerti di sempre, da New York all’Abruzzo.
Si avvia alla vecchiaia, forse è tempo di bilanci. Poi però prevale la voglia di godersi la vita, nonostante tutto, e chi se ne importa del declino alle porte.
Tony Pagoda
di Paolo Sorrentino
con Iaia Forte
e con Anita Fiorello
una produzione Argot Produzioni
in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito
Visto per voi all’Argot Studio di Roma il 19 dicembre 2025.
(22 dicembre 2025)
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