“Scende giù per Toledo e va di fretta Rosalinda Sprint, è in ritardo col sarto e deve andare da Marlene Dietrich.” È una parte dell’incipit del bellissimo e coinvolgente romanzo di Giuseppe Patroni Griffi intitolato Scende giù per Toledo, scritto nel 1975, libro che racconta la storia di un travestito napoletano, la sua fragilità, la sua mutevolezza, la sua stravaganza, in linea con l’atmosfera della città partenopea.
Quell’incipit viene ripetuto come un mantra nell’omonimo monologo ispirato al romanzo, andato in scena all’Off-Off Theatre di Roma, per la regia e l’interpretazione di Roberto Maria Azzurro. La platea, concentrata sulla scena vuota, tra abiti appoggiati su una sedia, un leggio, un cubo a fare da comodino su cui posano diversi oggetti e paia di scarpe gettate a terra, si scuote, quando alle spalle del pubblico scende il protagonista della pièce, presentandosi come il lettore del romanzo, colui che guiderà gli spettatori nella vita di Rosalinda Sprint, ma anche delle sue amiche Marlene Dietrich, Sayonara, Camomilla Schultz, Maria Callas. Nomi altisonanti, personaggi dei bassi napoletani i quali, come Rosalinda Sprint, si prostituiscono per sbarcare il lunario. Recitando il famoso incipit come il ritornello di una canzone, il lettore – attore sale sul palco e a mano a mano assume le sembianze di Rosalinda Sprint, ne indossa le vesti, si trasforma in quella donna che perennemente umiliata, cerca una qualsiasi forma di riscatto.
L’attore si sposta sulla scena tra cambi d’abito, boa di struzzo, scarpe leopardate. Dà corpo e voce alla protagonista del romanzo, alla sua vita senza sbocchi, al suo desiderio di uscire dallo squallore che la attanaglia. Nei momenti di svago in giro per Napoli o in barca per Posillipo, sempre all’erta per sviare gli squallidi approcci di clienti occasionali, ricorda il soldato inglese conosciuto anni prima e aspetta il suo ritorno come occasione per dare una svolta alla sua esistenza. Le immagini di Rosalinda e delle sue improbabili amiche si dipanano agli occhi del pubblico attraverso il monologo di Roberto Maria Azzurro. Che pur nella sua bravura di tenere la scena evocando diversi personaggi, soffre di una certa monotonia nel racconto, sempre troppo lineare, a scapito dei momenti ironici del romanzo, punto di forza della scrittura di Patroni Griffi, che però sparisce del tutto in questo adattamento.
Ritorna l’incipit come una condanna, Rosalinda gira su sé stessa, si annulla nel vortice dei pensieri: la girandola della vita dove la condurrà? La pazzia è stata quella di andare a Dover alla ricerca del suo amato soldato, speranza vana. L’uomo si era già sposato e di Rosalinda nemmeno si ricorda più. Il suo vagare è lo stesso dell’attore, un viavai sulla scena, un moto perpetuo alla ricerca della fortuna, ma la fortuna non appartiene a Rosalinda. «Possibile che mai niente è come uno se l’è immaginato?», si domanda. Proprio così, e questo è il punto di forza del romanzo di Giuseppe Patroni Griffi.
Roberto Maria Azzurro
In SCENDE GIÙ PER TOLEDO
dal romanzo di Giuseppe Patroni Griffi
Visto per voi all’ Off – Off Theatre di Roma il 13 dicembre 2025.
(16 dicembre 2025)
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