di Andrea Mauri
Un garage pieno di ricordi è il luogo ideale per tre ragazzi all’inseguimento di un sogno: trasformare quel luogo polveroso in un locale dove esprimersi liberamente, dove farsi ascoltare visto che fuori, la realtà oltre la porta del garage, nessuno ascolta nessuno.
Maic (Edoardo Trotta) impiega ogni energia perché il locale diventi famoso e lui possa dimostrare a sé stesso di farcela da solo. Il rapporto con la madre si è interrotto con la morte del padre; Maic sente che lei lo considera un fallito e quel Buco dell’aux– il titolo dello spettacolo al teatro Cometa Off di Roma, ma anche il nome del locale che sta per essere inaugurato – è l’occasione per riscattarsi.
Bruno (Erich Lopes) vive di stenti con un lavoro sottopagato che odia e usa il garage per trovare conforto. Si ingozza di gocce per l’ansia. Finge di aver trovato un impiego sicuro, fino a quando riesce ad ammettere a sé stesso che truffare i vecchi per estorcere contratti e soldi ai più fragili non è proprio il massimo.
Pino (Manuel Ficini) sembra incapace di creare rapporti reali, al di fuori dei suoi due migliori amici, e pensa che il garage possa aiutare lui e altri come lui. È sospeso in una conoscenza su Tinder con una donna più grande di lui, con la quale ingaggia un tira e molla, tra messaggi non inviati, appuntamenti mancati, telefonate di scuse. Su tutto, la paura di trasformare in realtà un rapporto virtuale già di per sé appagante.
Tre ragazzi con un sogno che sta per realizzarsi, tutto è quasi pronto per il giorno dell’inaugurazione: birre, superalcolici, arachidi, patatine, tessere associative; arrivano persino i ventilatori a dare refrigerio al garage senza prese d’aria.
Ma che succede quando questo sogno rischia di sparire a due passi dalla sua realizzazione? Il mondo si mette di mezzo e ogni speranza, ogni desiderio sembra annullarsi. Il proprietario decide di alzare l’affitto del locale, violando un patto di pseudo amicizia. Un ostacolo enorme per tre ventenni che hanno già investito tutto sul garage. Da qui partono le prime tensioni nel gruppo alla ricerca di una soluzione economica a breve termine. Bruno ha uno zio milionario, ma non è intenzionato a chiedergli soldi. Maic potrebbe contare sull’aiuto della madre, ma non se ne parla di chiamarla e riallacciare i rapporti solo per dimostrarle di essere davvero un fallito.
I tre si trovano a un bivio. Si riesce a reagire? Quanto si è disposti a combattere per un sogno? Sembra tutto perduto, anche l’amicizia, fino a quando i ragazzi decidono di lottare fino in fondo per quel luogo dove esprimersi, dove poter essere sé stessi, dove non dover dimostrare a nessuno quanto si vale. Si tratta di conquistare quel rifugio che i tre sentono come la propria casa, con ogni mezzo. Allo stesso tempo è guardarsi dentro e capire come ricostruire la propria vita, anche nella realtà fuori del garage. Per arrivare a comprendere che ci vuole più coraggio a restare che a mollare.
Buona prova di attore per i tre ragazzi che arrivano dalla Officina Pasolini di Roma. Un testo però ancora immaturo, che dovrebbe essere limato in alcune parti, che a noi del pubblico sono sembrate troppo lunghe. Qualche incertezza anche sul finale, non chiaro, lasciando la platea in un’incertezza sospesa.
IL BUCO DELL’AUX
di Edoardo Trotta, Manuel Ficini, Erich Lopes
da un’idea di Iacopo Bertoni
consulenza drammaturgica: Gabriele Di Luca
consulenza registica: Silvio Peroni
realizzato nell’ambito del LABOR WORK Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini con il sostegno di DiSCo Lazio e Regione Lazio
Visto per voi al Teatro Cometa Off di Roma il 17 settembre 2025.
(18 settembre 2025)
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