“La Formula”, #vistipervoi al Teatro Cantiere di Roma

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di Andrea Mauri

“La formula”, vista al teatro Il Cantiere di Roma, racconta un mondo distopico dove tutto è regolato da algoritmi infallibili. Imperversa una guerra di androidi che non lascia scampo agli esseri umani. Nel deserto che ha soppiantato la natura, combattono macchine dalle fattezze umane in uno scontro che sembra alla pari, ma che in realtà ha come unico scopo di spingere l’uomo all’estinzione.

In un rifugio protetto dalla catastrofe, uno dei pochi esseri umani ancora sopravvissuti all’universo impazzito, il Genio dell’Impresa (Diego Migali), studia le carte per affrontare l’ostilità dell’epoca distopica. Sfoglia libri, articoli, tomi polverosi per perfezionare una formula che permetterà agli uomini di vincere contro gli androidi, e lo fa in una stanza nascosta, lontano dai clamori del mondo occupato dai nuovi esseri senza anima.

La scena si svolge all’interno di questo rifugio, non completamente sicuro, anzi minacciato da chi vorrebbe la formula per decidere le sorti del mondo. Il Genio non è libero di agire, come ci racconta la sceneggiatura di Federica Bassetti – che ha curato anche la regia dello spettacolo. Chi studia le sue mosse è Sally (interpretata da Federica Bassetti), la replicante che ha il compito di controllare il Genio dell’Impresa prima dell’arrivo di un misterioso messo, Ciro Esposito (Mario Borgioni).

Il Genio e Sally si muovono in un rapporto di odio e amore. È una relazione sui generis la loro, Sally vive da androide, non prova sentimenti. Eppure, a tratti mostra la capacità di assorbire quello che il Genio cerca di insegnarle e tra la ripetizione di frasi precostituite e accenni di canzoni, memoria di addestramenti precedenti, Sally mostra un’empatia per l’uomo che deve tenere sotto controllo.

Sta qui il nucleo della storia, rappresentata con bravura da tutti gli attori in scena: resta sempre un barlume di speranza anche quando la vita così come la conosciamo, si riduce all’osso e il mondo ormai irriconoscibile è pieno di automi senza anima; anche così, uno spiraglio di umanità si attacca alla pelle, reale o artificiale, dei protagonisti dell’era distopica.

E c’è anche spazio per l’ironia in questo deserto che minaccia l’esistenza, ma pur sempre composto di piccoli gesti che uniscono il trio strambo de “La formula”. Come quando il Genio dell’Impresa, eccelso studioso ma anche raffinato cuoco, racconta a Sally la ricetta della carbonara. Forse la formula segreta che il Messo sta cercando non è altro che la ricetta di una pasta che rischia di scomparire a vantaggio di pillole alimentari aromatizzate alla pizza o alla sfogliatella. Oppure le due formule potrebbero coincidere, creando confusione nel mondo disorientato di androidi che non hanno mai provato il gusto di una pietanza fumante e che potrebbero avere effetti collaterali sull’efficienza degli algoritmi. Di sicuro, provocano delle conseguenze nefaste sul Messo, che a differenza di Sally, non sa riconoscere quei dettagli di umanità non ancora del tutto svaniti e ne fa le spese.

Ma che cosa accadrà veramente? Lo scoprirete in sala tra gli applausi del pubblico.

 

La Formula
con Federica Bassetti, Mario Borgioni, Diego Migali

regia di Federica Bassetti
recnico luci e suoni Clara Passi
brano musicale “L’esistere” di Giorgia Passi
fotografia di Roberta Vassallo

 

 

(19 novembre 2024)

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