Marta e Luigi: un Pirandello poco ricordato

368

di Alessandro Paesano

L’attrice Marta Abba ancora sconosciuta, viene scritturata da Pirandello, grazie a una recensione di Marco Praga sull’Illustrazione italiana di una messinscena del Gabbiano di Chekov, portato in scena dalla compagnia di Virgilio Talli, nella quale ad Abba viene riconosciuta la capacità di avere salvato da sola un lavoro scricchiolante, grazie a una recitazione priva dei difetti delle attrici esordienti.
Abba giunge così a Roma nel 1925 e diventa la  prima attrice per il Teatro d’Arte di Pirandello,  per interpretare Nostra Dea di Massimo Bontempelli. Lo spettacolo ha un grande successo a Roma, lo stesso anno, al teatro Odescalchi, poi  la compagnia inizia una tournée italiana ed estera molto articolata.
Marta Abba entra nel cuore di Pirandello come testimoniato da un epistolario di 552 lettere di Pirandello ad Abba e di 238 di Abba a Pirandello, nelle quali traspare tutto il coinvolgimento emotivo del drammaturgo tenuto a distanza da Abba, che gli darà sempre del lei chiamandolo Maestro.  I due epistolari sono stati pubblicati, quello di Pirandello in un meridiano Mondadori nel 1995 a cura di Benito Ortolani, quello di Abba l’anno prima per Mursia, a cura di Pietro Frassica.

Il carteggio è, tra le altre cose, una testimonianza della carriera di Abba che nelle sue lettere cita incassi e reazioni del pubblico degli spettacoli messi in scena dopo la fine del teatro d’Arte di Pirandello (sciolto nel 1928)  e della creatività di Pirandello la cui produzione teatrale successiva alla loro conoscenza è pensata appositamente per lei.

La grande Maricla Boggio, quando decide di parlare del sodalizio artistico tra Abba e Pirandello così come appare dalle loro lettere lo fa scrivendo un testo  intellettualmente onesto e impeccabile. Boggio Non fa ipotesi, non interpreta nemmeno il contenuto delle lettere (che si riferiscono a circostanze chiare solamente a loro due, tra cui una orribile notte a Como, nel 1926, della quale ignoriamo le circostanze, che ha ispirato molte pagine letterarie anche di autori illustri) ma fa dialogare Marta e Luigi tramite i testi delle lettere, nelle quali Pirandello parla del suo amore per lei (che lei ignora, glissando su quei contenuti) mentre  lei commenta, chiedendo anche i cambiamenti, le bozze dei drammi e delle commedie che Pirandello  scrive per lei.

Pirandello Segreto, questo il titolo dello spettacolo, col sottotitolo esplicativo L’enigmatica storia d’amore con Marta Abba è stato portato in scena per la prima volta nel 2004 da Ennio Coltorti che firma regia e interpreta Pirandello, e da sua moglie Adriana Ortolani, che interpreta Abba, riscuotendo un grande successo.

Lo spettacolo è stato ripreso quest’anno al teatro Arcobaleno di Roma con Coltorti sempre nel ruolo di Pirandello mentre a interpretare Marta Abba troviamo l’esordiente Laura Lena Forgia per la quale si potrebbe dire esattamente quel che Praga disse di Abba: un’esordio riuscitissimo nel quale la giovane attrice dimostra di non avere nessuno dei difetti delle attrici esordienti.

Coltorti firma una regia attenta e ispirata. Così mentre una voce registrata racconta le vicissitudini che portano all’incontro tra Pirandello e Abba  fornendo un quadro narrativo dettagliato entro il quale lo spettacolo troverà la sua collocazione di senso, Coltorti entra in scena dalla platea, sale le scale che lo portano al palcoscenico rialzadto dell’Arcobaleno, si siede alla scrivania e indossa i baffi,  il pizzetto e la protesi che simula la calvizie e i capelli grigi di Pirandello, con calma e flemmatica precisione (la colla viene sparsa abbondantemente con un piccolo pennello e poi picchiettata prima di lasciar aderire le protesi) in un tributo intelligente e riuscitissimo all’arte teatrale indossando metaforicamente quella maschera che da interprete lo porta ad assumere i tratti del personaggio, in linea col nome che Pirandello darà alla sua produzione teatrale (Maschere nude).

Ancora, quando Marta Abba compare in scena mentre la voce registrata evoca il loro primo incontro a teatro, Pirandello le toglie l’abito che indossa, per vestirla dell’abito di uno dei personaggi creati per lei. Sottolinenando così non solamente la duplicità interprete/personaggio ma anche quella tra figura pubblica e figura privata di Pirandello e di Abba.

In cinquanta minuti Boggi tocca alcuni dei temi più interessanti contenuti nel carteggio: l’idea del teatro di Stato che Pirandello vuole farsi finanziare da Mussolini, invano, la sua ricerca per un teatro dialettale (e una rete di teatri regionali per sostenere le nuove produzioni), il disgusto per le  pressioni politiche dei baroni della produzione teatrale che vedono nel teatro solamente una fonte di guadagno e non un’occasione per fare cultura e arte. Nel dipanarsi del dialogo epistolare messo in scena vengono menzionati anche il premio Nobel conferito a Pirandello nel 33, le fosche previsioni per il futuro dell’Europa (dalle parole stesse di Mussolini, riportate da Pirandello) e vengono citati anche alcuni brani dei drammi pensati da Pirandello per Abba.

Così nel secondo atto di Quando si è qualcuno, del 32, quando Verroccia, la giovane protagonista, rifaccia al vecchio poeta di quando lei gli si era offerta tutta e lui non l’aveva voluta è evidente l’ispirazione autobiografica che Pirandello usa per la sua creazione teatrale e che Boggio cita per far dire a Pirandello rivolto ad Abba  le parole che l’anziano poeta, nella commedia, dice a Verroccia, una volta che questa si è allontanata:

Eh, lo so… ma perché tu mi vedevi… tu mi volevi ancora vivo, come te… Ed eri pronta a tutto… E ora mi rinfacci il male che non t’ho fatto… Ma io non dovevo fartelo, perché non ero più vivo come te, io, viva giovinezza mia fuori di me, del mio spirito e nel tuo corpo; non nel mio, non nel mio ch’era già vecchio… Tu non l’hai compreso questo ritegno in me del pudore d’esser vecchio, per te giovine.

Temi universali che Pirandello conosce bene e che affronta non per parlare di sé ma per parlare dell’essere umano e del suo mondo.

I salti temporali sono sottolineati da un cambio di luci, dal buio, mentre i riferimenti geografici trovano un puntuale commento nelle immagini, fotografiche e in movimento, proiettate sullo sfondo di quinta in una scena che vede sulla sinistra la scrivania del Maestro e in quella destra quella di Abba. E quando Pirandello muore, mentre Abba è negli States, Coltorti si leva pizzetto e calotta e torna a essere se stesso.

Pirandello segreto è un gioiello di scrittura, di recitazione e di messinscena, un atto di amore del teatro per il teatro, frequentato da un pubblico popolare di tutte le età, un pubblico che, non ci stancheremo mai di dirlo, quando gli si propone uno spettacolo valido e interessante, frequenta in massa, con curiosità e attenzione.

PIRANDELLO SEGRETO

Di Maricla Boggio

Regia Ennio Coltorti

Con Ennio ColtortiLaura Lena Forgia
Voce narrante Roberto Pedicini
Allestimento scenico Fabiana Di Marco
Costumi Annalisa Di Piero
Musiche Luigi Maiello
Videoproiezioni Tommaso Vecchio

PRODUZIONE: T.T.R. IL TEATRO DI TATO RUSSO

Visto per voi al Teatro Arcobaleno di Roma il 9 novembre 2024

(10 novembre 2024)

©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata