“Esterino” al Teatro Vittoria di Roma #vistipervoi

739
foto: Manuela Giusto

di Andrea Mauri

Alla fine dello spettacolo Esterino in scena al Teatro Vittoria di Roma fino al 20 ottobre mi sono fermato a parlare con l’autore del testo Marco Rinaldi. Mi sorprende sempre la sua capacità di costruire storie su un impianto ironico solido e di farle avanzare con naturalezza. Stavo per dirgli che avrei messo su carta (digitale in questo caso) le mie impressioni sullo spettacolo, quando Marco Rinaldi mi faceva notare che le recensioni non servono a portare pubblico a teatro, semmai l’unico scopo è nutrire l’ego dell’autore. Quello che conta davvero è il passaparola. Che fare allora? Lasciare perdere questo articolo? Oddio, avrà senso quello che vorrei scrivere? Però, pensandoci bene mi sono detto che anche qualche riga sullo spettacolo può fare da passaparola e quindi Marco me lo perdonerà.

Sullo sfondo della camera da letto con angolo giochi Esterino passa le giornate con il nonno preferito, Nonno Lello. Il bambino è contento di tornare a scuola per ascoltare i racconti folli del nonno, fissato con l’Africa e con gli strani esseri umani e animali che secondo lui la popolano . In quella stanza iniziano i sogni di Esterino che tra una presa in giro e l’altra del nonno rimbambito, si mescolano tra vita reale e vita immaginaria. Si ride con le smorfie del bravo Antonello Pascale nei panni di Esterino e si ride pure delle pantofole pelose di Geppi Di Stasio nei panni di nonno Lello. Grazie alla regia di Paolo Vanacore, i sogni del bambino trasportano lo spettatore nella sua mente curiosa e, quando accade qualcosa che scuote nel profondo l’animo di   Esterino, questi sogni diventano ossessioni. E si ride anche di questo, perché nella scena irrompe lo psicologo, psichiatra e psicotera… qualcosa del genere… Gino Bellachioma, un’ottima prova di attore di Roberto D’Alessandro. Lo scopo dello psicologo e’ di riportare Esterino sulle emozioni terrene, ma lo fa a modo suo, ispirandosi a un grande ritratto di Freud nel suo studio, assumendo una misteriosa boccetta quando tic di smorfie e di occhi strabuzzati e di emissioni sonore non qualificabili lo assalgono. Si ride su queste sedute sui generis, dove non si capisce più chi è il terapeuta e chi il paziente. I sogni di Esterino sembrano contagiare anche Gino Bellachioma, che a un certo punto appare dal nulla con maschera da sub e grossa ciambella gonfiabile verde per incontrare nonno Lello e parlargli delle ossessioni notturne del nipote.

Come dicevo, si ride parecchio, anche sulle debolezze e imperfezioni che sono le nostre e quello che accade ai protagonisti  dello spettacolo e che riguarda anche noi è che alla fine si può diventare adulti anche con ironia.

 

ESTERINO di Marco Rinaldi
regia di Paolo Vanacore
con
Geppi Di Stasio, Roberto D’Alessandro, Antonello Pascale
musiche originali Alessandro Panatteri
scene Alessandro Chiti
disegno luci Camilla Piccioni

 

Fino al 20 ottobre 2024 (ore 21 domenica 13 e 20 ore 17.30 mercoledì ore 17) al Teatro Vittoria Attori e tecnici , in P.zza S.M. Liberatrico 10 Roma (Testaccio).

 

 

(12 ottobre 2024)

©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata