Il teatro San Carlino di Roma si trova a Villa Borghese, in viale dei bambini a due passi dalla terrazza del Pincio.
La sua programmazione è rivolta al pubblico più giovane, bambini e bambine e relativi genitori, che, per il tempo dello spettacolo, tornano a essere bambini e bambine a loro volta, più chiassosi e chiassose di quelli e quelle che accompagnano, che invece se ne stanno buoni e buone ad assistere allo spettacolo.
Il teatro è diretto da Caterina Vitiello, figlia d’arte (i suoi genitori hanno fondato il San Carlino nella città di Torino nel 1979, prima di trasferirsi a Roma, nell’attuale sede).
Il San Carlino è una costruzione in legno al suo interno sedie per le persone più grandi, panche per quelle più piccole.
Abbiamo avuto la fortuna di assistere a una pomeridiana de Lo schiaccianoci, adattamento (di Caterina Vitiello) del celebre balletto di Pëtr Il’ič Čajkovskij, il teatro gremitissimo di un pubblico di bambini e bambine e relativi genitori.
Lo spettacolo si impone per la riuscitissima messinscena, fatta con intelligenza e amore per il teatro.
La storia di Clara che vede i propri giocattoli minacciati da Re dei topi diventa spunto, per un racconto a più voci, tra la musica dal vivo, il teatro di figura e il teatro per attori (e attrici) e un pizzico di teatro partecipativo. Quando Clara (Francesca Alessi) tra un passo di danza e l’altro, assieme alla versione in carna ed ossa dello schiaccianoci (Corrado Spaziani) chiede aiuto alla platea per trovare una spada per il suo difensore, ecco che la platea risponde con suggerimenti pratici (vai dal ferramenta, compralo su amazon) ma poi è una bambina del pubblico, opportunamente istruita, a portare la spada allo Schiaccianoci, non sentendosela di salire sul palco (ah… La timidezza!!!) Clara le chiede il nome e si assicura di porgere la spada al suo salvatore anche a suo nome, mostrando una cura e un’attenzione rare.
Le coreografie sono minime ma impeccabili e sono eseguite con tutto l’amore per la danza Alessi è una Clara convincente sia quando balla che quando recita, Spaziano non ha niente da invidiare agli interpreti del balletto.
Il teatro di figura dà un contributo elegante e intelligente: prima pulcinella e un suo compare si danno manganellate al ritmo della Danza dei flauti in una perfetta crasi tra musica teatro di figura e una sottile ironia, poi un domatore di leoni ha a che fare con un leone che gli fa fare una brutta fine dove il classico elemento slapstick del teatro di figura viene declinato con dei dialoghi ironici, e, infine, il racconto trova estro tecnico nella battaglia tra topi e schiaccianoci raddoppiata in scena dove, oltre alle marionette, lo schiaccianoci danzatore e il re dei topi si danno a singolar tenzone.
Daniele Lepri è bravissimo nell’interpretare il re dei Topi, smargiasso e prepotente, che si sbaglia sempre con le parole sviluppando con coerenza un tic che diventa parte del suo personaggio ed elemento spassosissimo per il pubblico.
Il maestro Maurizio Ponziani ha trascritto alcuni dei brani più celebri del balletto in partiture per solo pianoforte con le quali sostiene tutta la messinscena. Musicista poliedrico Ponziani si rivolge anche al pubblico commentando e anticipando con il pubblico quanto sta per accadere sulla scena.
La cifra della versatilità caratterizza gli e le interpreti di una messinscena emozionante che rimane ben impressa nella memoria di chi vi assiste.
Le scenografie sono un tributo all’arte artigiana dimostrando le capacità tecniche del San Carlino: dall’albero di natale che entra di quinta da destra e si sposta, da solo, lateralmente per tutta la larghezza del palco posizionandosi sulla sinistra con un effetto sorpresa di grande rilievo.
Stessa cura caratterizza i burattini (tutti fatti dallo staff del teatro) che, pur omaggiando generi e stili, costituiscono una rivisitazione mai pedissequa ma sempre creativa e personale.
Clara non ha la leziosità del balletto originale, anzi è artefice della sua festa di Natale e contribuisce ad aiutare lo schiaccianoci a sconfiggere il re dei topi in una visione poco manichea e bonaria dove gli atteggiamenti minacciosi del re sono mitigati almeno in aprte dalla sua imbranataggine verbale).
Quando il bene trionfa sul male (e per un momento non ne siamo sicuri), il pubblico applaude soddisfatto e tutti gli e le artefici di questo piccolo (per la durata) capolavoro vengono a prendersi i meritati applausi.
Scopriamo così che il burattinaio, che, da solo, ha dato vita a tutto il teatro di figura, da pulcinella al leone che si mangia il domatore, alla schiera di topi e soldati che si fronteggiano durante la battaglia, sono manovrati da Oliver Reimann, di soli quindici anni, figlio d’arte di terza generazione (sua Madre è la direttrice artistica). Tutti e tutte si prendono i meritati applausi e poi tanti bambini e tante bambine chiedono di farsi una foto con loro.
Lo spettacolo, riuscitissimo sotto tutti i profili, merita di essere visto da soli o con i figli e figlie (propri e proprie o altrui) oppure lasciando emergere il bambino o la bambina che è in noi.
Al San Carlino lo potete fare senza tema di essere vulnerabili, troverete una cura e un’accoglienza, un rispetto e una tutela da chi sa fare un teatro non solamente impeccabile ma pieno d’amore, amore per il teatro e per le persone, sempre più spesso assente da molti palcoscenici.
Il teatro che trovate al San Carlino è confezionato con una moltitudine di arti qui riunite per uno spettacolo magico e veramente fruibile.
Potete vederlo fino al 6 gennaio prossimo venturo.
Non andarlo a vedere è uno spreco imperdonabile.
Parola di Alessandro Paesano, bambino e no.
Lo schiaccianoci
Testi e regia: Caterina Vitiello
Burattinai e Attori: Francesca Alessi, Corrado Spaziani, Damiano Lepri e Oliver Reimann.
Musiche dal vivo
suonate dal Maestro
Maurizio Ponziani
Ancora in scena, spesso in doppio orario, il 3, il 4, il 5, il 6, il 10, l’11 e il 17 gennaio 2026. Visto per voi al teatro San Carlino di Roma il 6 dicembre 2025.
(15 dicembre 2025)
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