Silvia Mezzanotte canta Mina: un concerto necessario

303

di Alessandro Paesano

Sono tante le cantanti che negli anni hanno  omaggiato Mina.
Da Orietta Berti (che ha inciso un disco di sue cover) a Nicky Nicolai (che una decina d’anni fa ha girato l’Italia con lo spettacolo Mille bolle blu) molte interpreti si sono cimentate con il repertorio immenso (sia per il numero di canzoni che per la loro qualità) della Tigre di Cremona.
Il rischio con il repertorio della signora Mazzini è quello di indurre al paragone (chi le canta meglio?) o di venire cancellate come interpreti dalla notorietà ecumenica dei brani per cui comunque la canti la canzone in qualche maniera si canta da sé.

Silvia Mezzanotte ha tutta la statura di interprete, di cantante, di donna dello spettacolo, necessarie per competere con la notorietà dei brani proposti e interpretarli con un cifra inconfondibile e sua rimanendo  in bilico, con un equilibrio sapientissimo, tra la partitura originale e una propria reinterpretazione riuscendo a non stravolgere i brani dandone  comunque una versione personale.
A coadiuvarla in questo risultato c’è l’orchestra Le muse, con un organico tutto al femminile (anche se a dirigere è il maestro Andrea Albertini) i cui arrangiamenti, rispettosissimi degli originali, sanno restituire con un organico di strumenti classici (due violini,  una viola, un violoncello, una tromba e  un Corno, un oboe, un flauto e un ottavino, più un basso elettrico e una batteria pop), tutta la dirompenza degli originali.
Fra i tanti esempi possibili il notissimo giro di moog de L’importante è finire restituito dall’oboe che dà eleganza al brano mostrando l’enorme duttilità dell’organico orchestrale nell’eseguire in maniera efficace il sound moderno delle canzoni pop.
Mezzanotte sceglie tra brani degli anni sessanta e settanta, arrivando agli ottanta di Io domani (riproposta da Mina in Si Buana, del 1986) e Oggi sono io, che Mina ha fatto praticamente sua con la cover nel video Mina in Studio del 2001, recentemente pubblicato su disco.
Lascia perplessi la sua scelta interpretativa di usare il sussurrato o comunque non la voce piena in brani come Vorrei che fosse amore (con la quale apre il concerto), Sono come tu mi vuoi, Mi sei scoppiato dentro il cuore o Se telefonando che sono stati scritti per essere cantati con grande potenza vocale, a voce piena, e che Mezzanotte  invece affronta con un fraseggio più morbido, delicato, a mezza voce.
Scelta interpretativa naturalmente perché la duttilità e la potenza della voce di Mezzanotte le permettono di affrontare il repertorio di Mina senza sforzo alcuno come dimostra in Io e te da soli e Brava (nella quale canta davvero con lo stesso fiato la famosa frase e tutti sanno che ho tanto di quel fiato continuando con il Mi finale, cosa che nemmeno Mina faceva nelle versioni live…) che la cantante bolognese ha in repertorio da diversi anni con la quale ci ha vinto  Tale e Quale Show su Rai1 nel 2016).

Capiamo l’intenzione dietro questa scelta di stile che è quella di non ingaggiare una competizione ginnica sula potenza vocale come se per affrontare Mina bisognasse basarsi solamente su quella. Ci sono brani dove Mezzanotte dosa meglio questo gioco sulla potenza della voce come La voce del silenzio, Io e te da soli e L’ultima occasione il cui arrangiamento è una delle punte massime del concerto (non a caso Le Muse hanno in repertorio un concerto sulle musiche di Morricone che portano in giro per tutta Italia).
Ne L’ultima occasione Mezzanotte gioca tra potenza, sussurrato e fiato modulando l’acuto della parte del brano che introduce al ritornello e che Mina tiene in un unico fiato spezzandolo in quattro riprese nelle quali compie dei salti di seconda salendo fino a quegli acuti che la caratterizzano e che sono solamente suoi.

Tra un brano e l’altro Mezzanotte parla con il pubblico, non solo per introdurre l’orchestra e il maestro o per ringraziare degli applausi (numerosissimi) o per introdurre i brani ma anche per parlare  di Mina, della sua importanza non solamente nella storia della canzone italiana ma come punto di riferimento per l’emancipazione femminile sostenuta nelle sue canzoni (ricordando come il video di Ancora Ancora Ancora venne censurato perchè il dettaglio della sua bocca venne considerato troppo sensuale).

Mezzanotte non si limita a dialogare col pubblico (cogliendo diversi suggerimenti che le vengono urlati dalla platea, come quello di chiamare il maestro Albertini il muso in coerenza con il nome dell’ensemble orchestrale) ma lo dirige anche nel canto. Dopo aver interpretato Parole Parole, senza il recitativo che fu di Alberto Lupo, Mezzanotte riflette sul vocabolario limitato maschile riportato nella canzone – ti prego, ti giuro, io ti amo (anche se nel recitativo originale non c’è) e lo fa dire al pubblico maschile mentre al pubblico femminile a cantare il ritornello.
Mezzanotte ironizza sui rapporti tra uomo e donna e se all’inizio il suo discorso sembra indulgere troppo negli stereotipi di genere (soprattutto quando dice noi donne siamo complicate… noi chi?) dicendo che i rapporti tra le nove orchestrali e lei sono complicati e che a tratti sembrano tutte delle iene (rinnovando lo stereotipo dell’umoralità  femminile che sembra duro a morire), ma  quando Albertini conferma la cantante lo mette al suo posto dicendo che lui si illude di avere autonomia ma che in realtà le orchestrali lo controllano e se lui indossa un abito che non piace loro non lo fanno uscire sul palco, mostrando di fatto un’emancipazione della donna sull’uomo simpatica, scherzosa, ma in atto.

Ci emoziona quando ricorda che la sua passione per il canto è iniziata quando aveva quattro anni ma che se non aveva  ancora portato Mina in un concerto è perchè non si sentiva pronta e lo ha fatto quando ha avuto abbastanza esperienza di vita  rivendicando i suoi 58 anni che le sono serviti tutti per cantare le canzoni di Mina approdando a un concerto vagheggiato da tempo ma che solamente ora vede la luce prodotto dal Nuovo Teatro Verdi di Montecatini Terme.

Silvia Mezzanotte   ha una sensibilità interpretativa e una intelligenza musicale rare, sostenute da una umiltà che mette in tutto quello che fa, quando canta, quando si cambia di abito portando una minigonna per omaggiare Mina, che fu la prima a portarla sul palco, quando sa condurre il pubblico facendolo cantare (cosa difficilissima da fare)  regalandoci non solamente un concerto intenso ed emotivamente coinvolgente, ma anche un’esperienza umana indimenticabile. Un concerto necessario.
Il pubblico se ne accorge e la inonda di tantissimi applausi, tutti meritatissimi, ai quali si aggiungono anche i nostri.

Grazie Silvia!

 

Silvia Mezzanotte Canta Mina
con l’orchestra Le muse
diretta dal Maestro Andrea Albertini
Il tour prosegue nelle seguenti città:

16 novembre all’Auditorium Giovanni Arvedi di Cremona
5 dicembre al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano
3 gennaio al Teatro Auditorium Santa Chiara di Trento
14 febbraio al Teatro Accademia di Conegliano (Treviso)
23 febbraio al Teatro Alfieri di Torino
28 aprile al Teatro Storchi di Modena

 

Visto (e ascoltato) per voi al teatro Olimpico di Roma il 7 novembre 2025.

 

 

 

 

 

(9  novembre 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata